Reportage

Stati Uniti, l’anno d’oro della soia sta naufragando in un mare di dazi

La guerra commerciale con la Cina ha messo in crisi tutto il settore agricolo del Midwest

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USA: la guerra dei dazi proccupa gli agricoltori

Telegiornale 15.10.2025, 20:00

Di: Massimiliano Herber (con Fabien Ortiz), corrispondente RSI negli Stati Uniti

La Cina è lontanissima dal Nebraska o dall’Iowa… ma la guerra a colpi di dazi tra Washington e Pechino sta mietendo vittime nel Midwest agricolo. Metà dei semi di soia americani partivano per oriente, destinati alle tavole cinesi. Ma da quando ad aprile Donald Trump ha lanciato la sua nuova offensiva commerciale, la Cina non ha acquistato più nulla del raccolto americano. Tra i contadini di Iowa, Indiana, Illinois e altri Stati delle grandi pianure, l’allarme è suonato già in primavera e oggi il raccolto è abbondante ma pieno di amarezza.

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Campi di soia in Nebraska

  • RSI

In Nebraska sono state censite 44’300 aziende agricole; un impiego su quattro è legato al settore primario. Dopo il Liberation Day e il botta e risposta con la Cina a suon di dazi, il PIL dello Stato prevede un calo del 6,1%.

Da oltre cinquant’anni, John Hansen vive di agricoltura. Lasciata la fattoria per la scrivania, presiede l’unione degli agricoltori del Nebraska e non ha dubbi: “L’agricoltura americana sta affrontando il test più duro dagli Anni Ottanta”. Durante il primo mandato di Trump, agli albori del braccio di ferro commerciale con Pechino, i contadini ricevettero 23 miliardi di dollari in indennizzi. Pure oggi la Casa Bianca sta pensando a risarcimenti (si parla di 10 miliardi), ma - pur benvenuti - per i contadini pare una soluzione a breve termine. “Il mercato cinese è perso, spiega Hansen, non lo riconquisteremo più… Dobbiamo cercare altri mercati, diversificare i nostri prodotti, ma ci vuole tempo”.

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John Hansen, presidente dell’Associazione Contadini del Nebraska

  • RSI

Gli avi di Bill Armbrust arrivarono in Nebraska dal nord della Germania nel 1848. Con orgoglio, sottolinea che da sei generazioni la sua famiglia lavora queste terre. Un terzo di quanto cresce era destinato alla Cina, ma ora nonostante il raccolto sia ricco come non mai lavora sottocosto. “Ci aspettano anni molto duri… ce ne vorranno forse due o tre, prima di riuscire a rimetterci in carreggiata — non solo per continuare a fare ciò che amiamo, ma anche per essere pagati per quello che facciamo”.

Una beffa, anche perché la stragrande maggioranza degli agricoltori a novembre aveva votato per Donald Trump. “L’80-85%… conferma Bill, con un sorriso amaro. Credo però che quei voti siano stati dettati più da questioni culturali che economiche. Ma oggi la delusione è grande, perché ci ritroviamo davanti a una situazione in cui ci perdono tutti”.

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Bill Armbrust, 69 anni, coltivatore di Elkhorn, Nebraska

  • m.h./RSI

Non solo è sparita una fetta di mercato, ma anche lavorare la terra è divenuto più caro. I dazi sui fertilizzanti dal Canada e quelli sugli erbicidi dalla Cina hanno gonfiato il costo del raccolto, le nuove tasse doganali su acciaio e alluminio hanno fatto lievitare i prezzi dei macchinari, tanto che uno dei simboli dell’agricoltura industriale del Midwest, John Deere, il principale produttore di trattori americano sta attraversando una crisi profonda, tra gli affanni del settore e l’aumento dei costi del materiale causato dalle tariffe.

A Omaha, Nebraska, si è invece trasferita CLAAS, un’impresa tedesca specializzata in macchinari di raccolta (mietitrebbie, foraggi…) per aggirare il muro dei dazi e fare concorrenza in un settore che pare attraversare la tempesta perfetta.

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Trattori e macchinari in mostra all’esterno della CLAAS a Omaha, Nebraska

  • m.h./RSI

Un duro colpo all’orgoglio verde dell’America rurale. Bill Armbrust non si scoraggia, “facciamo i contadini - spiega - perché amiamo farlo. Speriamo solo di sopravvivere e di guadagnarci da vivere”. La crisi dei dazi? “Certo che siamo preoccupati, chiosa, per la sopravvivenza delle nostre aziende e perché temo, a rischio vi sia un’intera generazione di giovani agricoltori”

La terra dà ancora e, a 69 anni, Bill non ha smesso di sorridere. E risale sulla sua trebbiatrice rossa e si dirige verso i campi. A volte resistere — semplicemente continuare — è il modo più umano di non disperare.

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Una mietitrebbia all’opera in un campo di soia a Farmersburg, nell’est dell’Iowa

  • AV/RSI

La situazione gemella in Iowa

Anche in un altro Stato del midwest statunitense, l’Iowa, le guerre commerciali scatenate da Donald Trump stanno mettendo in difficoltà il settore agricolo, in particolare i produttori di soia che hanno visto azzerarsi le esportazioni verso la Cina, di gran lunga il principale mercato per la soia statunitense.

Il corrispondente radiofonico dagli USA Andrea Vosti ha raccolto le voci degli agricoltori e le loro richieste:

10:05

Agricoltura americana in difficoltà

SEIDISERA 15.10.2025, 18:00

  • Keystone
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