Muhammad al-Ghamari, capo militare dei ribelli Houthi, è morto a seguito dei ripetuti raid sferrati lo scorso agosto da Israele nello Yemen, per colpire i leader del gruppo armato.
Lo hanno reso noto gli stessi insorti yemeniti oggi, giovedì, senza però attribuire direttamente l’uccisione a Israele. Gli Houthi hanno tuttavia affermato che il conflitto con lo Stato ebraico non è finito e che Israele riceverà una “punizione dissuasiva per i crimini che ha commesso”.
Per parte sua lo Stato ebraico ha invece rivendicato l’uccisione attraverso il suo ministro della difesa Israel Katz, il quale ha dichiarato che al-Ghamari non è sopravvissuto alle ferite riportate nell’attacco e ha ora raggiunto “i suoi compagni dell’asse del male nelle profondità dell’inferno”. Nell’offensiva di agosto erano morti il capo del governo degli Houthi Ahmed al-Rahawi e altri dirigenti dell’organizzazione.
Gli Houthi, con l’obiettivo di sostenere Hamas, hanno preso di mira Israele dall’inizio del conflitto a Gaza: con razzi o droni, in larga misura intercettati, hanno così sferrato attacchi contro il territorio israeliano. In risposta l’aviazione d’Israele ha bombardato diversi obiettivi a Sanaa, così come nel nord e nell’ovest dello Yemen, dove i ribelli controllano vasti territori.
Gli Houthi hanno recentemente dichiarato di rimanere “in allerta”, dopo il cessate il fuoco fra Israele e Hamas, aggiungendo che monitoreranno da vicino l’attuazione della tregua, prima di valutare se sospendere le loro operazioni.

Gaza, tregua in bilico
Telegiornale 15.10.2025, 20:00