L’aeroporto di Sana’a paga il conto del missile sul “Ben Gurion”

Sono “ingenti i danni” registrati dall’aeroporto di Sana’a, capitale dello Yemen, colpito martedì da raid aerei isrealiani. Il direttore generale dello scalo, Khaled al-Shaïef, ha riferito che tutti i voli da e per l’aeroporto sono sospesi fino a nuovo avviso, a “seguito dell’aggressione sionista”.

Le immagini che giungono dalla capitale yemenita mostrano le infrastrutture dell’aeroporto distrutte, ma anche aerei civili in fiamme sulle piste, da dove si levano fiamme e colonne di fumo nero. “Lo abbiamo messo fuori uso”, ha detto martedì sera un portavoce dell’esercito israeliano, facendo un primo bilancio di quella che è stata la reazione israeliana al missile che domenica ha raggiunto l’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv.

Decine di aerei da combattimento dell’IDF hanno sganciato sull’aeroporto, da anni in mano al gruppo filoiraniano degli Houthi, una cinquantina di bombe. Secondo fonti yemenite, sono state attaccate almeno tre centrali elettriche, una scuola di aviazione e una fabbrica che produce elementi utili per assemblare missili.

I raid israeliani hanno preceduto, di poco, l’annuncio del presidente Donald Trump il quale martedì sera ha comunicato la fine dei bombardamenti degli USA contro gli Houthi dopo che questi ultimi hanno annunciato all’amministrazione USA di “non voler più combattere”.