I dazi del 100% sulle importazioni di farmaci negli Stati Uniti annunciati la settimana scorsa da Donald Trump su Truth e che, stando all’inquilino della Casa Bianca, avrebbero dovuto essere introdotti a partire da mercoledì, 1° ottobre, non entreranno ancora in vigore.
Lo ha confermato un alto funzionario governativo all’agenzia tedesca DPA, aggiungendo che la misura è stata momentaneamente sospesa, senza però fornire maggiori informazioni o motivazioni. Gli Stati Uniti intendono piuttosto avviare i preparativi per “sanzionare” le aziende farmaceutiche che non intendono delocalizzare parte della loro produzione sul suolo americano o che non accettano di ridurre i prezzi dei propri medicinali, ha precisato.

Trump annuncia dazi del 100% sui farmaci
Telegiornale 26.09.2025, 20:00
Permane dunque l’incertezza, sotto questo aspetto, per l’industria farmaceutica elvetica, per la quale gli Stati Uniti rappresentano un mercato strategico. Stando agli analisti, colossi elvetici come Novartis e Roche, già radicati con filiali e siti produttivi in Nord America, potrebbero risultare meno penalizzate rispetto a concorrenti con minore presenza diretta negli USA. Tuttavia, l’eventuale imposizione di dazi potrebbe incidere pesantemente sulla catena del valore globale e generare nuove pressioni per rivedere i modelli di produzione e distribuzione.
L’obiettivo di Trump è quello di spingere l’industria a trasferire la propria produzione farmaceutica sul suolo americano incentivando lo sviluppo domestico e al tempo stesso ottenere una riduzione dei prezzi dei medicinali. Per la Confederazione si tratta di un segnale allarmante: l’industria farmaceutica elvetica rappresenta infatti uno dei principali motori della crescita economica, contribuendo per quasi il 10% al prodotto interno lordo e per oltre un terzo alle esportazioni.
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Proprio per anticipare possibili, pesantissimi balzelli doganali, Roche e Novartis avevano già annunciato in primavera nuovi investimenti negli Stati Uniti. Novartis prevede di destinare 23 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni a nuovi siti di produzione e centri di ricerca, mentre Roche ha annunciato un piano da 50 miliardi lungo lo stesso arco di tempo per potenziare la propria capacità produttiva. All’annuncio di Trump, proprio per questo motivo entrambe si erano dette tranquille