Gli scontri tra giovani della cosiddetta generazione Z - tra i 20 e i 30 anni - e forze dell’ordine hanno causato le prime vittime in Marocco. Si contano tre morti, secondo quanto reso noto venerdì: secondo le autorità, sono stati uccisi da gendarmi mentre tentavano di impadronirsi di armi in una caserma.
I primi disordini erano scoppiati una settimana fa, dopo la morte all’ospedale di Agadir di otto partorienti. Le proteste proseguono da sei sere consecutive. I giovani denunciano una carenza di interesse, e di investimenti, nel settore sanitario. Diverse centinaia di manifestanti sono stati arrestati, e si segnala anche il ferimento di oltre 200 membri delle forze dell’ordine.
I dimostranti del collettivo GenZ 212, i cui fondatori sono ignoti ma che conta ormai 150’000 membri sulla sua pagina, hanno chiesto le dimissioni del Governo. Affermano di rifiutare ogni tipo di violenza e chiedono ai dimostranti di protestare pacificamente. “Il popolo vuole salute ed educazione”, hanno cantato giovedì sera decine di manifestanti, agitando la bandiera nazionale nel quartiere commerciale di Agdal a Rabat, la capitale. Cortei analoghi si sono svolti a Casablanca, Marrakech e Agadir.
Il premier Aziz Akhannouch ha espresso la volontà dell’Esecutivo di “rispondere alle rivendicazioni sociali” e di “dialogare”.
RG 07.00 del 03.10.2025