Reportage

In Perù, sulle tracce di Papa Prevost

Nei suoi anni in Sudamerica, il nuovo Pontefice ha lasciato il segno, soprattutto nell’entroterra - I racconti da questi luoghi

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Peru, l'altra patria del nuovo Papa

Telegiornale 10.05.2025, 20:00

Di: Emiliano Guanella 

Un sacerdote missionario, un vescovo attento ai problemi della sua diocesi ed ora un Papa che riempie di orgoglio tutto il Perù. A Chiclayo, città di 600’000 abitanti nel Nord del paese sudamericano, Robert Francis Prevost è arrivato nel 2014 con la missione di guidare la comunità locale. Era già stato in Perù dal 1984 al 1999, come missionario e insegnante nei seminari degli agostiniani per poi tornare ad occuparsi della chiesa di Chicago, sua città natale.

Il ritorno in Sudamerica è stato voluto fortemente da Papa Francesco, nell’ambito della sua idea di una Chiesa che esca dal sagrato per occuparsi dei problemi della gente. Prevost si è nazionalizzato peruviano nel 2015, condizione necessaria per potere diventare vescovo e ha così potuto approfondire il suo legame con il Paese. Padre Josè Zapata lo ha accompagnato per diversi anni. “Era profondamente attento alle dinamiche della regione e sapeva parlare di questioni sociali, mettendo sempre al centro i problemi dell’individuo e le necessità di affermare il bene contro i mali della società”.

Robert Francis Prevost vicino alla gente

Uno dei grandi problemi del Perù è da sempre la corruzione, diversi governi e presidenti sono caduti per questo. “Nelle sue omelie non aveva paura di parlare anche di questo, spiegava che la corruzione generava povertà e che bisogna affrontarla con tenacia”.

Nei momenti di maggiore necessità si è dato da fare per la sua diocesi. Chiclayo e in generale tutto il Perù sono stati colpiti particolarmente dalla pandemia di Covid arrivando ad essere una delle nazioni con il più alto numero di morti pro capita. Il vescovo organizzò allora una campagna di fondi per dotare gli ospedali della zona di due impianti per la produzione di ossigeno che funzionano ancora oggi.

Ma è intervenuto anche durante i disastri naturali. Ad Íllimo, una località a un’ora di distanza da Chiclayo, arrivò subito dopo l’esondazione del fiume Leche, le cui acque inondarono nel 2017 il centro storico. Con un video diffuso sui social aiutò per la raccolta di donazioni della Caritas per permettere a 300 famiglie di risollevarsi. “Fu un aiuto materiale ma anche morale – ricorda il sindaco – perché la sua parola servì a molti per riprendere speranza”.

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Il poster su un edificio pubblico

Tutti aspettano ora una visita papale. La sindaca di Chiclayo ha iniziato a preparare un dossier da presentare, assieme all’arcivescovato, alle autorità nazionali e del Vaticano. “Sarà un lavoro duro perché la logistica non è facile, ma siamo sicuri della sua volontà di venire a visitarci”.

Un Papa a cavallo tra le due Americhe e che ora è chiamato a guidare la Chiesa cattolica a livello mondiale. Il terzo esatto di vita passata in Perù (23 anni su 69) ha dato a Leone XIV la consapevolezza di voler continuare sulla strada lasciata da Francesco. Il contatto umano e l’opzione preferenziale dei poveri rimane al centro di una Chiesa chiamata ad affrontare i problemi del mondo.

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  • A Chiclayo
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Peru: Papa Leone, i media a Chiclayo

Telegiornale 10.05.2025, 12:30

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