Il “Governo Meloni” in queste settimane si trova ad affrontare una sfida inaspettata che potrebbe mettere a repentaglio uno dei simboli più iconici del Made in Italy: la pasta. L’amministrazione statunitense sta infatti valutando la possibilità di aumentare i dazi sull’importazione di pasta italiana fino al 107%, una mossa che metterebbe sotto pressione la premier, da sempre paladina della difesa dei prodotti italiani.
La notizia arriva dopo che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha accolto una denuncia per dumping presentata da produttori statunitensi, accusando i concorrenti italiani di praticare una concorrenza sleale al ribasso dei prezzi. Se confermata, questa decisione potrebbe avere conseguenze devastanti per l’export italiano.
Per Paolo Barilla, vicepresidente del Gruppo Barilla e presidente di Unione Italiana Food, il fattore tempo è importante. “Speriamo di risolverla nel giro di qualche mese - dice ai microfoni del Telegiornale della RSI - perché ci vorrà molta attenzione. È ovvio che i dazi non piacciono a nessuno perché sono delle cose che sono un ostacolo al libero commercio. Ed è anche una discriminazione in questo senso abbastanza ingiusta a livello numerico”.
L’importanza del mercato statunitense per l’industria pastaia italiana è sottolineata anche da Margherita Mastromauro, presidente dei pastai di Unione Italiana Food, la quale informa che gli USA sono il secondo mercato di esportazione per l’Italia dopo la Germania: valgono 300’000 tonnellate e 700 milioni di valore”.
Mentre le trattative tra Italia e Stati Uniti sono in corso, il tema è diventato centrale nel dibattito politico italiano. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida vede “un margine di rischio che alcune delle nostre aziende vengano colpite”, e ribadisce che da Roma stanno “dando tutto il sostegno diplomatico e politico per cercare di evitare questo aggravio”. La situazione si è ulteriormente complicata a causa di un video falso circolato sui social media, in cui si attribuivano alla premier Giorgia Meloni parole mai pronunciate riguardo a una presunta rottura con la linea dell’Unione europea sul tema dazi e Ucraina. Il video, condiviso anche da Donald Trump, ha scatenato le critiche delle opposizioni in Italia.
Tuttavia, la Commissione europea ha smentito le voci di un’azione unilaterale dell’Italia, confermando che le trattative per evitare i dazi sulla pasta procedono in coordinamento tra Roma e Bruxelles.










