Il presidente del Kirghizistan Sooronbay Jeenbekov ha rassegnato le dimissioni. Lo ha dichiarato il servizio stampa presidenziale, ripreso dalla Tass. Il 5 ottobre erano esplose proteste di massa contro i risultati delle controverse elezioni parlamentari di fine settembre forse compromesse da brogli elettorali. I manifestanti avevano fatto irruzione nei palazzi governativi e liberato dalla prigione alcuni politici di spicco. La Commissione elettorale centrale ha poi annullato i risultati del voto.
"Non mi aggrappo al potere. Non voglio entrare nella storia del Kirghizistan come un presidente che ha versato sangue e sparato sui suoi stessi cittadini. Per questo motivo, ho preso la decisione di dimettermi", ha detto il presidente in una nota. A seguito delle proteste il presidente aveva ordinato lo schieramento di mezzi militari nella capitale Bishkek e lo stato d’emergenza che avrebbe dovuto rimanere in vigore fino al prossimo 21 ottobre. Tuttavia le proteste non si erano fermate.
Il Kirghizistan, Paese dell'Asia centrale alleato di Mosca, dovrebbe tenere le nuove elezioni presidenziali entro tre mesi dalle dimissioni di Sooronbai Jeenbekov. Lo ha detto Atyr Abdrakhmatova, membro della Commissione Centrale per le Elezioni del Kirghizistan (CEC). "A seguito delle dimissioni del presidente Jeenbekov, la CEC programmerà una nuova elezione, che si terrà entro tre mesi", ha dichiarato Abdrakhmatova a Interfax.
ATS/Swing