Un teschio sorridente con due ossa incrociate e un cappello di paglia: il Jolly Roger del manga One Piece è diventato negli ultimi mesi un simbolo di dissenso, contro corruzione, censura e autoritarismo. Diffuso in particolare tra la Generazione Z (i nati tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni del 2010), è stato spesso utilizzato nelle recenti proteste in Indonesia, Nepal e Francia, dopo essere diventato particolarmente popolare sui social.
Il manga di Eiichiro Oda segue le imprese di Monkey D. Luffy (Rufy nell’edizione italiana) e della sua ciurma alla ricerca del leggendario tesoro One Piece. Durante le loro avventure, sfidano un Governo Mondiale corrotto in nome della libertà. Pubblicati per la prima volta nel 1997, i fumetti sono ora i più venduti al mondo, con oltre 520 milioni di copie. Inoltre la serie TV conta più di 1’100 episodi.

Al centro, il protagonista Monkey D. Luffy
Boom di ordini in Indonesia
La bandiera di One Piece è apparsa in Indonesia in particolare nelle settimane precedenti il giorno dell’indipendenza del Paese (il 17 agosto), dove sono state molte le manifestazioni di protesta contro il Governo a causa dei privilegi parlamentari, militarizzazione della sicurezza civile, tagli ai servizi pubblici e aumenti delle tasse. Come pure per le difficoltà dei giovani a ottenere una buona istruzione, un lavoro dignitoso e una casa.
Spesso issata insieme a quella nazionale il vessillo di One Piece potrebbe essere una risposta all’invito del leader indonesiano Prabowo Subianto a sventolare la bandiera nazionale in occasione dell’indipendenza. Dalla fine di luglio gli ordini per acquistare la bandiera del manga sono esplosi.

Aumentata drasticamente la richiesta
L’esposizione del “simbolo” di One Piece ha suscitato varie reazioni dalla politica. Per il vicepresidente della Camera dei deputati si tratta di un “tentativo dividere la nazione”, mentre un esponente del partito di centro-destra Golkar ha suggerito che potrebbe trattarsi di tradimento.
In Indonesia la legge non vieta l’esposizione di bandiere fittizie, ma stabilisce che se vengono poste vicino a quelle nazionali, queste ultime devono essere issate più in alto. Nel frattempo la polizia di Giacarta ha dichiarato che sta “monitorando l’uso di bandiere non nazionali che non sono in linea con lo spirito del nazionalismo.

La bandiera nazionale indonesiana e quella di One Piece sventolano insieme
Il simbolo delle proteste della Gen Z in Nepal
A settembre, in Nepal, la Generazione Z ha protestato contro il governo di K.P. Sharma Oli per il blocco dei social media e la censura dei contenuti stranieri. Decisioni percepite come attacchi alla libertà di espressione. Le manifestazioni sono state alimentate dalla frustrazione della popolazione che accusa i politici di corruzione. Il vessillo di One Piece è apparso durante gli scontri che hanno portato alla morte di circa 20 persone, centinaia di feriti, l’incendio del parlamento e le dimissioni del premier.

La foto, diventata iconica, con il vessillo di One Piece sul cancello del parlamento dato alle fiamme
“La bandiera è una voce contro l’oppressione” ha affermato Anup Karki, un giovane che ha partecipato alla protesta, citato da Asia News. Facendo il parallelo con una frase famosa nel manga (“La volontà di D porterà una nuova tempesta”) il giovane spiega: “Si potrebbe dire che ‘la volontà dei giovani porterà a una nuova tempesta’, suggerendo che l’energia collettiva e la determinazione dei giovani possono sfidare lo status quo e guidare un potente cambiamento”.
Diffusione anche in Francia
Il vessillo di One Piece è sempre più popolare, grazie anche alla diffusione sui social. Durante le proteste in Francia, contro i tagli alla spesa proposti dal Governo, si sono visti manifestanti con cappelli di paglia, bandiera e altri simboli del manga.
La bandiera è stata usata anche in contesti pro-Palestina. È stata per esempio issata su una delle imbarcazioni della Freedom Flotilla a luglio.
La serie più venduta al mondo è dunque diventata un simbolo di contestazione giovanile e non solo. Fiction e realtà si fondono per dar voce a proteste politiche in tutto il mondo.

Non si fermano le proteste in Nepal
Telegiornale 09.09.2025, 20:00