In Italia le carceri stanno scoppiando, arroventate anche dal caldo di queste settimane. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato la politica definendo il sovraffollamento un’emergenza sociale. La politica è divisa sulle possibili soluzioni, mentre si registra un preoccupante aumento dei suicidi tra i detenuti: già 37 dall’inizio dell’anno.
Nelle prigioni si registrano numerosi disordini ed episodi di illegalità. La situazione è critica e il carcere di Regina Coeli a Roma è un esempio: “Non c’è spazio per attività culturali e sportive, gli agenti di custodia sono diminuiti e i problemi pratici hanno portato a ristabilire una vita interna piuttosto rigida. Escono soltanto per il momento d’aria”, spiega Padre Vittorio Trani, attivo nel penitenziario. E sottolinea: “Sono aumentati i tossicodipendenti e coloro che hanno problemi di natura mentale o psichiatrica sono tanti”.
I posti sono meno di 47’000 ma in carcere sono quasi in 63’000
I detenuti in Italia sono quasi 63’000, per meno di 47’000 posti disponibili. Secondo il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, un provvedimento di clemenza sarebbe sufficiente a risolvere interamente il problema: “Nelle nostre carceri ci sono 16’000 persone che scontano pene o residui di pena fino a due anni e quindi un provvedimento di indulto risolverebbe questa condizione di sovraffollamento. Le altre persone che resterebbero in carcere seguirebbero un percorso di detenzione più dignitoso. Questa è l’unica soluzione immediatamente efficace”. L’ultimo provvedimento di clemenza risale al 1990 per volere dell’allora presidente della repubblica Francesco Cossiga.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ribadito l’impegno del Governo a cercare soluzioni, ma resta cauto sulla liberazione anticipata dei detenuti e considera diseducativa la proposta di legge per l’aumento dello scontro di pena per buona condotta sostenuta dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti.
“Un terzo dei detenuti sono in attesa di giudizio e non dovrebbero stare in galera. Coloro che hanno problemi di tossicodipendenza sono un altro terzo e non dovrebbero stare in galera”, sottolinea Giachetti che denuncia: “Nessuno se ne vuole occupare perché non porta voti. Dovranno fare qualcosa e fino ad adesso hanno solo perso tempo e tante vite umane che si stanno ammazzando in carcere”.