È salito a 89 morti e diverse decine di feriti il bilancio degli scontri tra tribù beduine e combattenti locali avvenuti domenica nella città siriana meridionale a maggioranza drusa di Suwayda (Sweida), riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La maggioranza degli uccisi appartiene ai drusi.
Le stesse autorità siriane hanno inviato rinforzi per cercare di calmare la situazione. Si tratta di un nuovo scoppio di violenza dopo che in aprile e maggio le tensioni, in quel caso tra militanti drusi e le forze di sicurezza siriane, avevano provocato decine di vittime.
Citando fonti mediche, il sito web di notizie locali Suwayda 24 ha riferito di “scontri armati e bombardamenti nel quartiere di Maqus, a est della città”. La strada che collega Damasco a Suwayda è stata chiusa a causa delle violenze, secondo il sito. L’agenzia di stampa ufficiale Sana ha riferito che le autorità hanno inviato forze nella zona per disinnescare le tensioni. Il governatore di Suwayda, Mustafa al-Bakur, ha invitato i residenti a “esercitare moderazione”. Anche diversi notabili drusi hanno invitato alla calma e hanno richiesto l’intervento delle autorità.
Nel frattempo si registra anche l’entrata in scena di Israele, che è già intervenuto negli ultimi mesi in Siria con il pretesto di proteggere i drusi con cui hanno una lunga storia di cooperazione. L’esercito di Tel Aviv ha annunciato di aver colpito lunedì in questa regione diversi carri armati delle forze governative siriane, i cui membri combattono al fianco dei beduini.
Con circa 700’000 abitanti, la provincia di Suwayda ospita la più grande comunità drusa del Paese, una minoranza religiosa appartenente al ramo ismailita dello sciismo. Le tensioni tra fazioni druse e beduine sono antiche e violenze scoppiano sporadicamente tra i due gruppi, in particolare quando i beduini fanno pascolare le loro greggi su terreni agricoli appartenenti ai drusi.
RG delle 9.00 del 14.07.25, il servizio di Manjula Bhatia
RSI Info 14.07.2025, 09:46
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