In Russia martedì, presenti tra gli altri il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, il suo omologo russo Sergej Lavrov e il segretario del consiglio di sicurezza, Sergej Shoigu, si è parlato anche di come rafforzare le relazioni tra Pechino e Mosca, in particolare sul fronte strategico e militare.
La Russia apprezza l’attenzione della Cina per gli obiettivi fissati dai leader dei due Paesi, ha affermato Lavrov incontrando oggi a Mosca Wang Yi. “Apprezziamo molto l’attenzione che i nostri amici cinesi, insieme a noi, stanno dedicando agli obiettivi fissati dal presidente Putin e dal presidente Xi Jinping”, ha dichiarato Lavrov, citato dall’agenzia Ria Novosti.
La Russia garantisce il suo “coerente e incrollabile sostegno” alla Cina nel riconoscere Taiwan come territorio della Repubblica popolare, ha affermato il segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale, Serghei Shoigu. “Vorrei affermare il nostro coerente e incrollabile sostegno a Pechino - ha detto Shoigu, citato dalla Tass -sulle questioni di Taiwan, Xinjiang, Tibet e Hong Kong. Il governo della Repubblica popolare cinese è il solo legittimo governo che rappresenta l’intera Cina”. Shoigu ha aggiunto che il coordinamento sulle questioni della sicurezza strategica tra Mosca e Pechino “ha svolto un importante ruolo di stabilizzazione e ha contribuito a realizzare un ordine mondiale multipolare più giusto che non consente alcuna posizione privilegiata” per nessun Paese o il suo “dominio sugli affari globali”.
La cooperazione militare e il tema dei droni
L’incontro avviene dopo che un importante fornitore cinese ha acquisito una quota di una delle principali aziende russe di droni. Droni, lo ricordiamo, utilizzatissimi nella guerra in Ucraina: centinaia e centinaia ogni giorno. Questo accordo sui droni, rispetto alle ultime tendenze della cooperazione militare tra Cina e Russia, è rilevante, spiega il collaboratore dall’Asia orientale di SEIDISERA della RSI, Lorenzo Lamperti. Già negli scorsi anni i russi avevano comprato batterie, controller e altre componenti dai cinesi, investendo diverse centinaia di milioni di dollari. Si tratta di cosiddetti materiali a duplice uso, cioè prodotti per scopi civili ma utilizzabili anche a scopo militare, come in questo caso. Questa nuova collaborazione rappresenta però un salto di qualità inedito tra un fornitore cinese e un’azienda militare russa e va a coprire un settore molto importante, perché sappiamo che i droni sono diventati un elemento cruciale della guerra in Ucraina. Da parte sua la Cina continua a sostenere che non fornisce armi letali a nessuna delle due parti in conflitto. Ma la vicenda mostra anche come esistano canali privati tra le aziende cinesi e quelle russe.
Non si può parlare di alleanza formale, perché Cina e Russia non sono legate da un trattato di mutua difesa. Ma di certo la partnership è solida e in continua evoluzione. In passato era la Cina che importava in massa armi e mezzi militari dalla Russia ma da tempo il rapporto si è ribaltato e ora è Mosca, che dipende dalla capacità manifatturiera cinese. Si sono moltiplicate negli ultimi anni anche le esercitazioni congiunte, che si svolgono sia su terra sia nelle acque del Pacifico, di recente nell’Artico.
Attenzione però, perché non è tutto roseo. Anche negli ultimi anni la Russia ha denunciato casi di spionaggio cinese, soprattutto nel campo aerospaziale e missilistico, e ci sono evidenti asimmetrie. Nei prossimi giorni, per esempio, Vladimir Putin sarà in India e potrebbe vendere una versione avanzata di un sistema di difesa antimissile, sistema che Nuova Delhi potrebbe schierare nei pressi del confine conteso con la Cina. Pechino sta peraltro utilizzando la sua crescente influenza a proprio vantaggio. Secondo un nuovo studio finlandese, i prezzi dei prodotti cinesi a potenziale duplice uso sono aumentati in modo esponenziale dopo la guerra in Ucraina. Nello specifico, le aziende cinesi avrebbero imposto aumenti fino all’87% agli acquirenti russi, a fronte di aumenti del 9% per gli stessi prodotti spediti in altri Paesi, tanto che i ricavi sarebbero aumentati ma le spedizioni verso Mosca diminuite.











