Piovono droni e missili, 12 morti in Ucraina

I servizi di emergenza ucraini parlano su Telegram di “notte di terrore” nel Paese. Domenica mattina, per il secondo giorno consecutivo, l’esercito russo ha lanciato un massiccio attacco con 367 fra droni e missili, secondo le autorità di Kiev. L’aviazione ha contato 298 droni e 69 missili e afferma di averne abbattuti rispettivamente 266 e 45. Numericamente parlando, secondo il portavoce delle forze aeree Yuryi Ihnat, si tratta del maggiore attacco aereo russo in tre anni di guerra.

Oltre alla capitale, già presa di mira la vigilia con un bilancio di una quindicina di feriti, sono state colpite Mykolaiv, Odessa, Kryvyi Rih e Kherson al sud, Khmelnytsky, Zhitomir e Ternopil nella parte occidentale dell’Ucraina, Sumy, Kharkiv e Chernihiv al nord. E questa volta si contano i morti, 12 in tutto.

Sul fronte opposto, anche l’Ucraina ha lanciato droni in direzione del territorio russo. Ne sono stati abbattuti 110 e una decina almeno - secondo il sindaco Sergei Sobianin - è stata individuata nei cieli di Mosca, obbligando alla chiusura temporanea quattro scali aeroportuali fra cui il principale, quello di Sheremetyevo. In Russia non si registrano vittime.

Russia e Ucraina hanno intanto completato un ampio scambio di prigionieri, liberandone 303 su ogni fronte. Nei due giorni scorsi in altrettante tappe ne erano stati rilasciati 697 per parte, soprattutto soldati ma anche 120 civili. L’intesa per il rilascio di 1’000 persone era stata il solo risultato tangibile dei colloqui svoltisi a Istanbul.

Mentre l’esercito russo continua lentamente ad avanzare lungo tutta la linea del fronte, le trattative per un cessate il fuoco e per la fine del conflitto non fanno progressi sostanziali. Venerdì il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov ha dichiarato che il Cremlino sta preparando un documento con le “condizioni di un accordo duraturo e globale”, che sarà trasmesso alla controparte una volta finalizzato lo scambio di prigionieri. Kiev dovrebbe fare lo stesso.