Guerra in Ucraina

Verso nuovi negoziati? Iniziato lo scambio di prigionieri

Era la precondizione per un secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina - La Svizzera disponibile ad ospitare i colloqui di pace, dice Kiev

  • Ieri, 16:09
  • Ieri, 16:15
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Al Bürgenstock, nel giugno 2024, mancavano i russi

  • Keystone
Di: ATS/AFP/ANSA/Spi 

Russia e Ucraina hanno cominciato il maxi scambio di prigionieri concordato nei negoziati di Istanbul, che proseguirà nei prossimi giorni.

Mosca ha restituito all’Ucraina 270 prigionieri e 120 civili, ha affermato venerdì il Ministero della Difesa russo. In risposta, sono stati rimpatriati 270 militari russi e 120 civili, tra cui alcuni civili della regione di Kursk catturati dalle forze armate ucraine, riporta Sky News.

I 390 rilasciati sono stati consegnati dagli ucraini alla Bielorussia, da dove rientreranno in patria. Lo rendono noto le agenzie russe.

Lo scambio di prigionieri era la precondizione di Mosca per tornare al tavolo dei colloqui con l’Ucraina. Quanto al luogo, lunedì, il presidente Volodymyr Zelensky ha indicato “Turchia, Vaticano e Svizzera”, come possibili sedi di un nuovo incontro bilaterale con i russi.

Una possibilità che ha già raccolto la disponibilità della Confederazione. “La Svizzera ha confermato di essere pronta a ospitare futuri incontri volti a trovare una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina”, ha scritto venerdì su Telegram il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak.

Yermak ha pubblicato il suo messaggio dopo una conversazione con l’ambasciatore svizzero Gabriel Lüchinger, responsabile delle relazioni con gli Stati Uniti. I due uomini hanno discusso “del futuro del dialogo per una pace giusta: continuiamo a lavorare”, ha aggiunto Yermak.

Scenari che però potrebbero non essere accettati da Mosca. Contro la possibilità di svolgere i negoziati all’ombra della cupola di San Pietro, si è espresso venerdì il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov, secondo cui non sarebbe “molto elegante per i Paesi ortodossi discutere su suolo cattolico questioni relative all’eliminazione delle cause profonde” del conflitto.

Quanto alla Svizzera, fin dal 2023, Mosca non la considera più neutrale, accusando la Confederazione di aver violato la neutralità con l’adesione alle sanzioni dell’Unione Europea.

L’unico risultato concreto di Istanbul

Il Cremlino ha affermato che un’eventuale continuazione dei colloqui con Kiev potrebbe avvenire solo dopo lo scambio di prigionieri, nella misura di 1’000 russi per 1’000 ucraini. Un accordo di questa entità era stato raggiunto a Istanbul lo scorso 16 maggio, unico risultato tangibile di un incontro in cui russi e ucraini non erano riusciti a concordare una tregua.

A dare per imminente l’operazione di liberazione reciproca è stato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, venerdì, ha annunciato che un “importante scambio di prigionieri è stato appena finalizzato tra Russia e Ucraina”, aggiungendo che “questo potrebbe portare a qualcosa di enorme”.

Dopo oltre tre anni di combattimenti, migliaia di prigionieri di guerra sono detenuti da entrambi i belligeranti, anche se il numero esatto non è noto. “Abbiamo la conferma che quasi 10’000 persone sono prigioniere in Russia”, ha dichiarato ad aprile il commissario ucraino per le persone scomparse Artour Dobroserdov. Mosca e Kiev si accusano reciprocamente di violare le convenzioni internazionali in materia.

La Russia fornisce pochissime informazioni sul destino dei prigionieri ucraini e ogni scambio è pieno di sorprese, ha dichiarato un alto funzionario ucraino a condizione di anonimato. “In quasi tutti gli scambi ci sono persone di cui nessuno sapeva nulla”, ha detto. “A volte restituiscono persone che erano nelle liste dei dispersi o che erano considerate morte”.

La questione dei prigionieri di guerra, in ogni caso, è uno dei pochi ambiti in cui Kiev e Mosca sono riuscite occasionalmente a raggiungere un accordo dall’inizio dell’invasione, e scambi limitati hanno avuto luogo su base regolare.

In un rapporto pubblicato a marzo, Amnesty International (ONG dichiarata pochi giorni fa “indesiderata” dalla procura della Federazione a Mosca) ha denunciato la “tortura sistematica e la privazione di cure mediche” dei prigionieri ucraini in Russia. Diversi ex prigionieri di guerra ucraini hanno dichiarato all’AFP di essere stati torturati durante la prigionia.

Mosca ha recentemente restituito il corpo della giornalista ucraina Viktoria Roshchina, morta in prigionia. Secondo un’inchiesta giornalistica, la giornalista era stata torturata e alcuni organi mancavano dal suo corpo.

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