Il 4 novembre 1989 sulla Alexanderplatz di Berlino Est, oltre un milione di persone scesero in piazza in una grande manifestazione a favore della democrazia, della libertà di parola, di stampa e di movimento. Cinque giorni dopo, il 9 novembre, crollò il Muro di Berlino e con esso la dittatura del regime socialista della DDR. Per il movimento di opposizione tedesco-orientale, questa data di 35 anni fa segnò un grande successo, ma al tempo stesso anche una grande sconfitta. Se fino ad allora, infatti, lo slogan dei dissidenti era “Wir sind das Volk” - il popolo siamo noi -, dopo il crollo del muro le piazze di Berlino Est, Lipsia o Dresda gridarono solo ancora “Wir sind ein Volk”, siamo un popolo. Lo slogan che da lì in poi avrebbe accompagnato il processo di unificazione fra le due Germanie.
Stasi - La DDR: uno Stato contro il suo popolo
Grandi Doc 18.07.2024, 22:05
“Non voglio certo criticare la riunificazione tedesca” spiega al Radiogiornale RSI il sociologo Steffen Mau della Humboldt Universität di Berlino, autore di diversi libri sull’argomento, “ma nell’autunno del 1989 i cittadini della Germania dell’Est con le loro proteste contro il regime socialista, scoprirono per la prima volta di rappresentare un’entità politica in grado di esprimere le proprie esigenze, i propri desideri, la propria forza. Nella Germania dell’Est, così come negli altri Paesi dell’allora blocco sovietico, fu una rivolta popolare venuta dal basso. Col processo di riunificazione in Germania le masse popolari persero però il loro potere e da protagoniste di una rivoluzione democratica vennero degradate a semplici spettatori”.
Un giorno indimenticabile
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I protagonisti della riunificazione furono infatti altri, come l’allora cancelliere tedesco occidentale Helmut Kohl, i burocrati di Bonn o le grandi multinazionali dell’emisfero capitalista. Per molti tedeschi dell’Est fu un’esperienza traumatica, una sorta di colonizzazione da parte dell’Occidente.
Le guardie di frontiera della DDR guardano la caduta di un segmento del muro di Berlino, 9 novembre 1989
Il fatto che ancora oggi, soprattutto a livello politico, prevalgano grandi differenze fra le due parti della Germania sarebbe, sempre secondo Steffen Mau, una conseguenza di questo trauma collettivo. “I grandi partiti tedesco-occidentali, i cristiano democratici e i socialdemocratici, nella Germania dell’Est non hanno mai veramente preso piede e sono rimasti molto deboli. Al loro posto sono subentrati partiti di ispirazione populista, come quello di estrema destra dell’AfD o quello di estrema sinistra dell’Alleanza Sarah Wagenknecht. Formazioni che sono riuscite a far leva sul diffuso malcontento e sul sentimento di inferiorità provato da molti cittadini tedesco-orientali, che approfittano della divisione fra l’est e l’ovest della Germania” conclude Mau.
Una giornata per ricordare “una vittoria paneuropea”
La caduta del muro di Berlino “ci mostra come possiamo raggiungere i nostri obiettivi: restando uniti, per la pace e la libertà, per la sicurezza e la prosperità, per la Stato di diritto e democrazia”: lo ha sottolineato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in un videomessaggio di ieri (venerdì) per il 35esimo anniversario del 9 novembre 1989. Scholz ha pure ricordato il contributo dei Paesi dell’Europa orientale alla caduta del Muro: “I coraggiosi sindacalisti di Solidarnosc in Polonia. I cantanti rivoluzionari in Estonia, Lettonia e Lituania. Le donne e gli uomini coraggiosi in Ungheria, Cecoslovacchia e in altri paesi. La vittoria della libertà nell’autunno del 1989 è stata una vittoria paneuropea”.
Oggi la caduta del muro verrà ricordata in molti modi. Il presidente federale Frank-Walter Steinmeier partecipa ad un evento commemorativo presso il Memoriale del Muro di Berlino (foto di apertura). Al “festival della libertà” sono invece attese decine di migliaia di visitatori. Una delle attrazioni sarà un’enorme installazione all’aperto: 5’000 manifesti esposti nel centro della città lungo l’antico tracciato del Muro. In serata è previsto un concerto lungo il percorso di quattro chilometri. Secondo gli organizzatori, 700 musicisti si esibiranno in contemporanea su diversi palchi con la “colonna sonora della libertà”.