L’Ucraina è tornata sotto il fuoco russo nella notte tra sabato e domenica, con una serie di attacchi missilistici e droni che hanno colpito diverse regioni del Paese, inclusa la capitale Kiev. Secondo quanto riferito dal sindaco della città, almeno due persone sono morte, una dozzina sono rimaste ferite e diversi edifici residenziali sono andati in fiamme.
Tra i bersagli colpiti figura anche la sede del Consiglio dei ministri ucraino, nel centro di Kiev. La premier Yulia Svyrydenko ha confermato che il tetto e i piani superiori dell’edificio governativo sono stati danneggiati dall’attacco. “I soccorritori stanno spegnendo l’incendio”, ha scritto su Telegram, sottolineando la gravità dell’offensiva russa contro infrastrutture civili e istituzionali.
Fumo si alza dall’edificio della sede del governo ucraino a Kiev, colpito da attacchi con droni e missili russi
Le esplosioni sono state udite anche a Odessa, nel sud, mentre nella regione nord-orientale di Sumy una bambina di nove anni è rimasta ferita e una persona è deceduta in seguito a un attacco russo. A Zaporizhia e Kryvyi Rih, città natale del presidente Volodymyr Zelensky, si registrano ulteriori feriti.
Le autorità ucraine hanno attivato allarmi aerei su tutto il territorio nazionale, segnalando una delle offensive più intense degli ultimi mesi. I servizi di emergenza di Kiev hanno parlato di una “massiccia ondata di droni russi” che ha colpito zone densamente abitate.
Da parte sua, Mosca rivendica l’abbattimento di circa 70 droni ucraini lanciati contro il proprio territorio, senza fornire dettagli su eventuali danni o vittime.
Dopo tre anni e mezzo di guerra, la situazione sul campo resta drammatica. Le forze russe occupano circa il 20% del territorio ucraino, mentre i tentativi diplomatici, compresi quelli del presidente statunitense Donald Trump, sembrano essersi arenati.

Il Faro: La nuova normalità
Telegiornale 06.09.2025, 20:00