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Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo riconoscono la Palestina

Annuncio in contemporanea a Londra, Ottawa e Canberra - In serata arrivato anche quello di Lisbona

  • Ieri, 15:30
  • 2 ore fa
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Attesi ulteriori annunci in occasione dell’assemblea generale dell’ONU in programma nei prossimi giorni a New York

  • Keystone
Di: AFP/ATS/Reuters/pon 

Regno Unito, Australia e Canada hanno annunciato domenica il riconoscimento dello Stato di Palestina, seguiti in serata dal Portogallo.

Il ministro degli Esteri portoghese Paulo Rangel ha affermato che “riconoscere lo Stato di Palestina è (...) la realizzazione di una politica fondamentale, coerente e ampiamente accettata”, ha dichiarato davanti ai giornalisti a New York in vista dell’Assemblea generale dell’ONU che si apre lunedì. “Il Portogallo sostiene la soluzione dei due Stati come unica via per una pace giusta e duratura, una pace che favorisca la coesistenza e le relazioni pacifiche tra Israele e Palestina”.

L’annuncio di Londra è stato dato nel pomeriggio dal premier Keir Starmer ed era atteso, dopo le anticipazioni dei media e la conferma in mattinata del vice capo del Governo David Lammy. Starmer ha sottolineato come il suo Paese avesse già preannunciato questa mossa in luglio, qualora Tel Aviv non avesse soddisfatto condizioni come un cessate il fuoco duraturo nella Striscia di Gaza e un impegno a non annettere la Cisgiordania. “Vogliamo così rilanciare le speranze per una soluzione dei due Stati”, ha dichiarato Starmer.

Il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre il suo aiuto per la costruzione delle premesse di un futuro pacifico, per la Palestina stessa e per Israele”, ha detto dal canto suo il premier Mark Carney, formalizzando un passo che Ottawa aveva già preannunciato due mesi fa e che fino a oggi nessun Paese membro dei G7 aveva mai compiuto.

Il riconoscimento australiano, insieme a quello canadese e britannico, è “parte di uno sforzo internazionale in favore della soluzione dei due Stati”, hanno fatto sapere insieme il premier Anthony Albanese e la ministra degli esteri Penny Wong. Canberra, come Londra, ribadisce anche che Hamas è un’organizzazione terroristica e non potrà avere alcun ruolo in futuro.

In occasione dell’assemblea generale dell’ONU in programma questa settimana a New York, una decina di Paesi dovrebbe annunciare il proprio riconoscimento della Palestina e fra questi la Francia. Critici nei confronti di questa iniziativa, gli Stati Uniti hanno negato il visto a rappresentanti palestinesi, fra cui il presidente dell’ANP Mahmud Abbas, che sarà costretto a esprimersi in videoconferenza. Circa tre quarti dei 193 membri delle Nazioni Unite riconoscono lo Stato proclamato dalla direzione palestinese in esilio nel 1988. Fra quelli che mancano, spiccano, insieme agli USA, Germania, Italia e Svizzera.

Stato di Palestina: contesto

Lo Stato di Palestina è un’entità statale dichiarata nel 1988 dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) durante la prima Intifada, con una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Tuttavia, la sua sovranità e i suoi confini sono oggetto di controversie internazionali, principalmente a causa del conflitto israelo-palestinese. Attualmente, la Palestina non è uno Stato pienamente sovrano, ma è riconosciuta come Stato da numerosi Paesi e come Stato osservatore non membro dalle Nazioni Unite (dal 2012).

Stato di Palestina: confini

I confini dello Stato di Palestina non sono definiti in modo universalmente accettato. La Palestina rivendica i territori della Cisgiordania (inclusa Gerusalemme Est) e della Striscia di Gaza, che corrispondono ai territori occupati da Israele dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967. Questi territori sono spesso indicati come i “confini del 1967” o “Linea Verde”, stabiliti dagli armistizi del 1949 dopo la guerra arabo-israeliana. Tuttavia:

Cisgiordania: È sotto occupazione militare israeliana, con aree suddivise in zone di controllo secondo gli Accordi di Oslo (1993-1995):Area A: Sotto controllo amministrativo e di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).
Area B: Controllo amministrativo palestinese, ma sicurezza gestita da Israele.
Area C: Sotto pieno controllo israeliano (circa il 60% della Cisgiordania), dove si trovano gli insediamenti israeliani. Gerusalemme Est, rivendicata come capitale dai palestinesi, è annessa de facto da Israele, che considera l’intera città come propria capitale indivisa.
Striscia di Gaza: Controllata internamente da Hamas dal 2007, è soggetta a un blocco economico e militare da parte di Israele ed Egitto, con restrizioni su movimento e accesso. Gaza è geograficamente separata dalla Cisgiordania, complicando l’idea di uno Stato unitario.
Confini effettivi: La frammentazione territoriale, gli insediamenti israeliani (considerati illegali dal diritto internazionale), le barriere di separazione e i checkpoint rendono i confini della Palestina incerti e non continui. Non esiste un controllo palestinese effettivo su gran parte dei territori rivendicati.

22:09

Prima che scompaia: viaggio in Cisgiordania 

RSI Il mondo là fuori 30.05.2025, 15:30

  • RSI Naima Chicherio

La reazione israeliana

In risposta agli annunci di domenica, i ministri di estrema destra del Governo israeliano, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, hanno chiesto che Israele annetta immediatamente la Cisgiordania. A loro avviso, quella di uno Stato palestinese “è un’idea assurda”.

In una reazione ufficiale, il Ministero degli affari esteri israeliano afferma che la decisione britannica, canadese e australiana “non promuove la pace, ma destabilizza ulteriormente la regione”. “Non ci sarà uno Stato palestinese”, ha sentenziato dal canto suo il premier Benjamin Netanyahu.

01:53

Nuovi attacchi contro Gaza City

Telegiornale 20.09.2025, 20:00

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