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“Un errore riconoscere lo Stato palestinese, Israele reagirà”

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar avverte che la spinta internazionale può destabilizzare e ostacolare la pace

  • Oggi, 14:39
  • 2 ore fa
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Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar

  • Keystone
Di: ATS/AFP/YR 

Il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte dei Paesi occidentali è un errore e potrebbe spingere Israele a prendere “misure unilaterali”, ha avvertito domenica il ministro degli Esteri Gideon Saar, commentando le notizie relative a possibili piani di annessione di parti della Cisgiordania occupata.

“Non si può separare la questione dello Stato dalla questione della pace, perché questo renderebbe la pace ancora più difficile da raggiungere”, ha dichiarato Saar. “Questo spingerà Israele a prendere anche misure unilaterali”, ha avvertito, senza specificare quali.

“Stati come la Francia e il Regno Unito che hanno spinto per il cosiddetto riconoscimento (di uno Stato palestinese) hanno commesso un enorme errore”, ha dichiarato Saar in una conferenza stampa con il suo omologo danese Lars Løkke Rasmussen, in visita a Gerusalemme.

Rasmussen che ha affermato che la Danimarca non è attualmente pronta a riconoscere uno Stato palestinese, aggiungendo però che Israele non ha in ogni caso alcun diritto di veto su un’eventuale decisione in merito.

A luglio, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia avrebbe riconosciuto uno Stato di Palestina all’Assemblea generale delle Nazioni Unite alla fine di settembre. In seguito, anche altri Paesi — tra cui Canada, Australia e Belgio — hanno espresso l’intenzione di fare lo stesso.

Ad agosto, il Regno Unito ha dichiarato che potrebbe seguire l’esempio francese qualora non venisse raggiunta una tregua a Gaza, dove Israele è impegnato in una guerra contro Hamas in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023 condotto dal movimento islamista palestinese sul territorio israeliano.

Azione simbolica

Il riconoscimento di uno Stato palestinese sarebbe in gran parte simbolico, considerando il rifiuto di Israele di accettare la creazione di uno Stato palestinese nei territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, separati dal territorio israeliano.

Il 4 settembre, il capo della diplomazia statunitense, Marco Rubio, ha criticato l’intenzione di alcuni Paesi occidentali di riconoscere uno Stato palestinese, sostenendo di averli avvertiti di possibili ritorsioni da parte di Israele sotto forma di annessione di territori in Cisgiordania. Ha rifiutato di unirsi alla condanna internazionale del piano di insediamento in Cisgiordania, territorio palestinese occupato da Israele dal 1967.

Ad agosto, Israele ha approvato un importante progetto per la costruzione di 3’400 unità abitative in un settore della Cisgiordania, che secondo la comunità internazionale minaccerebbe la sostenibilità di un futuro Stato palestinese.

Il ministro israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich aveva precedentemente dichiarato ai leader europei: “Se a settembre riconoscerete uno Stato palestinese, la nostra risposta sarà l’applicazione della sovranità israeliana su tutte le parti della Giudea-Samaria”, il nome con cui Israele indica la Cisgiordania.

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SEIDISERA 05.09.2025, 18:00

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