Non è una vera e propria sconfessione della Brexit. Ma il reset sottoscritto oggi tra le parti, non c’è dubbio che riavvicini Londra all’Unione Europea. Per i tabloid conservatori però è un tradimento del voto popolare. Secondo il premier Keir Starmer, invece, si tratta di una misura necessaria per ridimensionare l’impatto negativo che il divorzio da Bruxelles ha avuto sull’economia britannica.
Si calcola un aumento dei costi per il Regno pari a oltre 32 miliardi di franchi, con ulteriori perdite dovute alla contrazione delle esportazioni. In base all’accordo firmato oggi coi vertici dell’Unione, il Regno potrà attingere al fondo Rearm europeo, da almeno 150 miliardi di euro, ma a condizione che Londra paghi una “retta” annuale.
Il secondo dossier pone le basi per controlli fitosanitari più rapidi, rinnovando per altri anni lo status quo degli accordi sulla pesca.
Ed è stato anche raggiunto anche un nuovo accordo sulla mobilità giovanile per consentire agli under 30 di studiare e lavorare oltre la Manica, ma per un periodo limitato di tempo, senza avere accesso al welfare.