In Serbia è in corso un’imponente manifestazione per l’anniversario dell’incidente della stazione di Novi Sad. Migliaia di giovani sono scesi in strada già nella serata di venerdì e nella notte appena trascorsa.
Un anno fa il crollo di una pensilina installata da poco aveva provocato la morte di 16 persone: una tragedia che ha provocato indignazione e ha innescato una serie di proteste contro la corruzione e contro il presidente Vucic. A guidare la mobilitazione sono stati soprattutto i giovani e gli studenti, a cui poi sono uniti cittadini di tutte le età. Le marce sono state per lo più pacifiche, ma non sono mancati scontri, arresti e tensioni con il governo.

In Serbia un anno di proteste
Prima Ora 31.10.2025, 18:00
A Novi Sad l’immensa folla – si parla di decine di migliaia di persone provenienti da tutta la Serbia – si è riunita proprio alla stazione ferroviaria, dove alle 11:52 sono stati organizzati 16 minuti di silenzio e una cerimonia di deposizione di corone di fiori. Durante il pomeriggio è previsto un programma con discorsi, la proiezione di un film e l’esibizione di un coro.

Candele e fiori fuori dalla stazione di Novi Sad
I manifestanti ritengono che la struttura in cemento della stazione rinnovata di Novi Sad sia crollata a causa della corruzione dilagante e del nepotismo nei progetti infrastrutturali statali con la Cina, che hanno portato a una fatale inosservanza delle norme di sicurezza. Nessuno è stato ritenuto responsabile, anche se 13 persone sono state incriminate.

Il fiume di manifestanti a Novi Sad
Intanto, stamattina la commissaria europea per l’allargamento, Marta Kos, ha dichiarato che la tragedia di Novi Sad “sta cambiando la Serbia”. E ieri il presidente Aleskandar Vucic, che in precedenza aveva accusato i giovani - a più riprese etichettati come terroristi - di essere pagati dall’estero per manifestare minacciando arresti di massa, ha fatto un parziale passo indietro e ha invitato al dialogo, ma non è detto che toni più concilianti potranno bastare a placare le proteste.
Sabato Vucic ha partecipato a una funzione religiosa a Belgrado per le vittime, mentre il governo serbo ha frettolosamente dichiarato una giornata di lutto, osservata anche nella Republika Srpska.
L’inviata RSI: “Atmosfera solenne, impressionante”
A Novi Sad si trova anche l’inviata RSI Brigitte Latella, che in diretta al Telegiornale ha descritto l’atmosfera che si respira oggi nella seconda città più grande della Serbia, definendola solenne: “Dopo che sono stati letti i nomi delle vittime sono scattati 16 minuti di silenzio e posso dire che è stato qualcosa di impressionante, il silenzio era totale. Si è davvero percepita la volontà di tutti di commemorare le vittime di un anno fa”.
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