Le forze dell'ordine hanno azionato gli idranti per sgomberare, lunedì mattina, il molo 4 di Trieste, diventato l’emblema della protesta di una piccola parte dei lavoratori contro l'obbligatorietà del Green pass sul posto di lavoro in Italia (misura adottata per contrastare la pandemia).
Gli agenti hanno utilizzato idranti e lacrimogeni a più riprese, nel tentativo di scoraggiare i circa 2'000 manifestanti presenti dal resistere e opporre resistenza.
I manifestanti sgomberati si sono poi spostati (alle 12.30 circa) verso piazza Unità d'Italia, con a capo Stefano Puzzer, diventato leader dei no Green pass dalla figura di portavoce dei portuali. Dopo aver attraversato la piazza, il corteo ha proseguito lungo l'adiacente piazza della Borsa fino ad arrivare in via Carducci e di qui nuovamente lungo le Rive. L'impressione è che il corteo non abbia ancora una meta oppure non abbia concordato con le autorità dove sia possibile raggrupparsi.
In testa al corteo è stato notato un piccolo gruppo di persone con sciarpe e cappucci neri e con caschi in mano.
Il ruolo di Stefano Puzzer
Un lavoratore portuale ex sindacalista, Stefano Puzzer, ha saputo cavalcare il malumore tra i colleghi, portando avanti una protesta che ha causato disagi al porto più importante d'Italia. Una protesta sfuggita di mano ai portuali - per numero di partecipanti e e per capacità mediatica - e scivolata nelle mani proprio dei no Green pass. Una galassia di cui lui, Puzzer, ancora indossando la tuta gialla, è riuscito a porsi a capo, mentre il Coordinamento portuali si liquefaceva e rientrava nei ranghi.
L'attività del Porto non si è interrotta
L'attività del Porto non si è interrotta da quando è cominciata la protesta. Si è svolta in modo rallentato il primo giorno, quando al Varco 4 si erano radunate fino a seimila persone, è proseguita nei giorni successivi durante il fine settimana e si sta svolgendo anche oggi, nonostante i disordini.