La politica internazionale sta attraversando una fase di rapidi e profondi cambiamenti, con il presidente statunitense Donald Trump al centro di molte dinamiche globali. È in estrema sintesi quanto emerge dall’intervista realizzata da Reto Ceschi, andata in onda a 60 Minuti, al giornalista e scrittore italiano Mario Calabresi – già direttore de La Stampa e di Repubblica –, che ha analizzato gli scenari attuali dal Medio Oriente all’Ucraina, passando per i rapporti con Cina e India.

L'ultima fatica letteraria di Mario Calabresi, "Alzarsi all'alba"
In Medio Oriente “un fragile cessate il fuoco”
A due settimane dalla firma dell’accordo di Sharm El Sheik, Calabresi ha fatto il punto sulla situazione in Medio Oriente. “Si tratta di un cessate il fuoco”, spiega. “Sta salvando vite. Avevamo decine, centinaia di morti in alcuni giorni. Oggi, tranne un paio di giorni da quando ciò è successo, non si muore più. E questo è quello che più conta”.
Gli aiuti umanitari hanno ricominciato a entrare a Gaza e molti soldati israeliani sono tornati a casa. Tuttavia, il futuro resta incerto. In questo senso Calabresi identifica tre linee diverse: Hamas, che resiste al disarmo; i partiti estremisti israeliani, che vogliono espandersi in Cisgiordania; e Trump, che cerca di mediare.
Il ruolo di Trump e la sicurezza di Israele
Il presidente americano ha assunto una posizione netta riguardo all’espansione israeliana. “Trump lo ha detto chiaramente in un’intervista a Time Magazine”, afferma Calabresi, “dicendo: ‘Ho dato la parola a tutti i Paesi arabi che questo non accadrà e non posso essere sconfessato da Netanyahu’”.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/mondo/Ecco-i-20-punti-del-piano-di-Trump-per-Gaza--3156676.html
Tuttavia, la sicurezza di Israele rimane la priorità per il governo Netanyahu. “Per Israele la seconda fase dell’accordo, con l’entità statale per i palestinesi, al momento non esiste. Non prevedono che ci possa essere un percorso”.
“Trump ha sottovalutato Putin”
Riguardo all’Ucraina, Calabresi ritiene che Trump abbia sottovalutato il presidente russo: “Putin vuole rifare quello che era l’impero russo o lo spazio sovietico. Trump sembra non averlo capito, lo vezzeggia dicendogli che faranno affari insieme”.
Una tattica destinata a fallire secondo Calabresi, che al proposito cita un commentatore russo che ha criticato l’approccio di Trump: “Non puoi dire a Putin ‘dai, facciamo un accordo, se no ti schiero i missili’. Coi russi avresti dovuto schierare i missili e poi dirgli ‘facciamo un accordo’. E invece aver fatto il contrario lo ha reso sostanzialmente fragile
Un mondo in rapido cambiamento
Calabresi ha pure evidenziato come le alleanze e gli schieramenti oggi cambino a una velocità senza precedenti. In questo senso torna utile l’esempio dell’India: “Sei mesi fa era il miglior alleato in Asia degli Stati Uniti. Poi, un mese fa, indiani e cinesi erano al vertice in Cina e si sono abbracciati con la Russia. Oggi, l’India ha smesso di importare petrolio e gas dalla Russia per riavvicinarsi agli Stati Uniti”.
Questa rapidità di cambiamento è in gran parte attribuita all’approccio del presidente statunitense. “Trump è un presidente rivoluzionario”
Le organizzazioni multilaterali “spazzate via” e un nuovo ordine
L’approccio di Trump ha avuto un impatto significativo sulle organizzazioni multilaterali, sottolinea Calabresi: “Le Nazioni Unite, l’Organizzazione mondiale della Sanità, l’Organizzazione mondiale del Commercio, la Banca Mondiale - tutti gli organismi sovranazionali sono stati spazzati via”. Le trattative ora avvengono bilateralmente tra Stati, senza mediazione di organismi internazionali.
Per Calabresi, con 9 mesi di mandato alle spalle e all’orizzonte altri 39 mesi in carica, Trump potrebbe quindi portare ulteriori cambiamenti significativi sulla scena internazionale. Non solo, Trump sta infatti cambiando profondamente anche l’America stessa. Un esempio, secondo Calabresi, è quello della ristrutturazione della Casa Bianca: “Ha preso l’ala est e l’ha completamente abbattuta e distrutta in quattro giorni, trattandola come se fosse una proprietà del presidente, ma non lo è affatto, è anzi una proprietà federale”.
Ciò che è certo, conclude Calabresi, è che il mondo post-Trump sarà profondamente diverso da quello che abbiamo conosciuto finora, con implicazioni che si estenderanno ben oltre il mandato del presidente statunitense.





