I segni sul fango delle ruote di un fuoristrada tracciano il percorso da seguire, tra sterpaglie, alberi secchi e piantagioni di mais. Non c’è altro riferimento, se non quello di cercare in aria l’esatta posizione in cui è sospeso un aerostato gonfiato a elio. In queste campagne fuori da Kiev, oggi stanno testando palloni aerostatici per utilizzi militari.
Un piccolo rimorchio verde in lontananza indica che mancano poche centinaia di metri, e proprio sopra si staglia l’aerostato bianco, che si mischia quasi totalmente al grigio del cielo. Il rimorchio è una piattaforma Stealth, dentro conteneva l’aerostato già gonfiato e all’arrivo un team di tre persone con cuffie e ripetitori radio in tasca è già al lavoro per calibrare antenne, centraline e frequenze. Alcune le hanno loro, altre stanno in aria agganciate al pallone aerostatico. Possono rimanerci anche tre giorni di fila.

Il team di Aerobavovna è l’unico in tutto l’Ucraina che si è specializzato in questo tipo di tecnologia. Che è la stessa con cui si combattono le guerre dal 18esimo secolo, e che loro però hanno adattato per renderla efficace e utilizzabile al fronte qui in Ucraina nel 2025. Tra droni, software che mappano campi di battaglia, dispositivi con intelligenza artificiale, tutto diventa indispensabile. Anche una bombola di elio che gonfia un pallone di tela. Che con un ripetitore, permette di moltiplicare il raggio di azione dei droni che possono così avere connettività per volare più a lungo e più lontano.
“Ora abbiamo migliaia di droni che volano allo stesso tempo. In questo momento nel Donbass ci sono qualcosa come mille droni in cielo”, racconta Yurii Vysoven – il CEO e fondatore di Aerobavovna - dal poligono di test. “E la maggior parte non ha collegamento satellitare, quindi hanno bisogno di qualche tipo di ripetitore radio”, spiega. “È semplice fisica: l’orizzonte è curvo, quindi per avere maggiore distanza devi sollevare il tuo equipaggiamento”, racconta mentre indica l’aerostato sopra di lui.
La connessione serve – spiega – perché così “hai radio che funzionano, lo usi per trasferimento dati dal tuo tablet oppure può essere lo streaming video dal drone”, dice. E “perché questa è una guerra con i droni. E vince chi può far volare il proprio drone più lontano”. Il collegamento radio può essere esteso anche di 80 chilometri, quello dei droni varia su parametri più complessi, racconta Yurii e “dipende da molte cose”.
L’esercito ci ha detto detto di aver bisogno di sollevare ripetitori radio, e abbiamo detto ok, sappiamo come farlo
Yurii Vysoven, CEO e fondatore di Aerobavovna
Oggi stanno testando una triangolazione con altri due aerostati, così da simulare una area coperta dal loro segnale, come quella che si può creare al fronte. “Lo dispieghiamo con questo equipaggiamento radio e i ragazzi testano la portata e tutti i parametri, impostando una rete attraverso tre aerostati: uno qui e due in altri posti, decine di chilometri da qui. Alla fine questa rete copre tutta l’area e fornirà comunicazioni per tutte le unità”, racconta Yurii.
Su un aerostato di questi si possono agganciare ripetitori per droni FPV, ripetitori per comunicazioni, videocamere, piattaforme gimbal per antenne direzionali e anche dispositivi EW di guerra elettronica. Quelli che intercettano il segnale nemico e creano interferenze e disturbi per abbattere i droni in arrivo prima dello schianto sull’obiettivo.

Yurii racconta che prima della guerra aveva un’agenzia di sviluppo software e anche un club di paracadutismo nei sobborghi di Kiev. Ha fondato Aerobavovna per usi civili, ma poi - racconta - “abbiamo ricevuto feedback dal nostro esercito e hanno detto che avevano bisogno di sollevare ripetitori radio, e abbiamo detto ok, sappiamo come farlo”. Oggi più di 50 unità al fronte utilizzano questo tipo di palloni aerostatici, tra Forze Armate e nuclei delle “Special Operation Forces” e della Guardia Nazionale ucraina.

Loro forniscono anche addestramento su come fare tutto in velocità – il modello più piccolo va in aria nel giro di sette minuti – e soprattutto su dove poter operare in sicurezza. A una distanza di circa venti o trenta chilometri dai combattimenti. L’idea resta quella di ottimizzare i costi – un modello del genere costa circa 13’000 franchi – e renderlo facile da riparare, anche sul campo.

Ma il problema - spiega - “non è che non venga rilevato. Sappiamo che i russi li distruggeranno”. È fondamentale creare un modello veloce e facilmente dispiegabile, dove – dice Yurii - “la mobilità conta molto più di tutto il resto” e dove l’unica cosa che importa è – come stanno testando oggi - montare tutto in pochi minuti, accendere il segnale radio e far salire in aria l’aerostato a 700 metri da terra. E non rimanere un minuto di più esposti al fuoco nemico.


Piano di pace, il punto di vista degli ucraini
Telegiornale 01.12.2025, 20:00












