Quante pennellate sono state utilizzate da Raffaello per dipingere L’Eterno e la Vergine della pala raffigurante l’Incoronazione di San Nicola da Tolentino? È stato utilizzato un disegno preventivo per raffigurare il cardinale Alessandro Farnese nel suo Ritratto? Quanto Raffaello c’è dietro la Madonna della gatta attribuita al suo allievo Giulio Romano?
A queste e ad altre domande sta rispondendo un piccolo robot, un macchinario che in questi giorni sta studiando con misure non-invasive di imaging MA-XRF le opere di Raffaello e della sua bottega conservate al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli.
"Le indagini diagnostiche – spiega Angela Cerasuolo, responsabile del restauro e degli studi diagnostici per il Museo e Real Bosco di Capodimonte - vedono la partecipazione dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR di Catania". L’obiettivo è comprendere cosa c’è dietro i dipinti dell'artista di Urbino, così da rendere più semplice il lavoro di restauro delle sue opere.
Mario Messina