Scienza e Tecnologia

La fisica che regola i mercati azionari

Si chiama econofisica, ed è una teoria che aiuta a capire i boom e i crolli della borsa, ma anche il traffico, le elezioni e le pandemie

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Di: Red. giardino di Albert / Simone Pengue 


L’inaspettato legame tra fisica ed economia nasce da un ipotetico gioco a carte fra tre amici. Al “via”, i tre devono mettere giù una carta a scelta: rossa o nera. Se due giocano lo stesso colore, ad esempio rosso, e il terzo sceglie l’altro colore, il nero, la persona rimasta da sola vince. Se tutti e tre scelgono lo stesso colore, non vince nessuno. Mano dopo mano, ognuno dei tre aguzza l’ingegno e cerca di prevedere il comportamento degli altri giocatori e adattare la propria strategia.

Questo, semplificato il più possibile, si chiama “gioco della minoranza” e, se esteso a migliaia di persone, è una riproduzione del mercato azionario costruita dai fisici teorici che hanno dato il via alla “econofisica”. Nel mondo reale, infatti, al posto di giocare carte rosse o nere, bisogna scegliere tra vendere o comprare, L‘obiettivo, ben più concreto, è riuscire ad esser essere tra i pochi che comprano quando c’è tanta offerta e tra i fortunati che vendono quando c’è tanta domanda, arricchendosi poco a poco. 

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Gioie e dolori della borsa

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Il gioco della minoranza è stato inventato negli anni Novanta dal professor Yi-Cheng Zhang, fisico teorico dell’Università di Friburgo, che, con il suo gruppo di ricerca, è stato tra i pionieri assoluti del settore. «Quando ero studente di dottorato, mi capitava di trascorrere le mattinate occupandomi di fisica delle particelle. Poi, al pomeriggio, assieme al mio professore Giorgio Parisi (premio Nobel per la fisica nel 2021, ndr) mi occupavo di tutt’altro: temi sociali o economia. All’epoca si trattava soprattutto di speculazioni guidate dalla curiosità. - Ricorda il professore, che continua - dieci anni dopo è stato coniato il nome “econofisica” e centinaia di fisici hanno spontaneamente cominciato a costruire modelli per la finanza. Ad esempio, come mai in borsa ci sono i crolli e i boom? Qual è il meccanismo che ci sta dietro? È affascinante.» 

Se si ripetono tante mani del gioco della minoranza, si guarderanno tra di loro e si influenzeranno a vicenda. L’intuizione di Yi-Cheng Zhang e altri fisici è stata capire che il comportamento delle persone, quando ci sono grandi gruppi di migliaia di individui, è simile a quello delle particelle studiate nella fisica. Ad esempio, gli investitori che comprano e vendono sul mercato azionario hanno degli aspetti in comune con quanto accade, a livello microscopico, all’interno di una calamita. Non c’è da spaventarsi, nessuno cerca di sostenere che le persone siano magnetiche, ma semplicemente che l’apparato logico-matematico costruito dai ricercatori per descrivere questi particolari oggetti ferrosi funzioni bene anche per studiare l’andamento della borsa.  

Esiste anche la cosiddetta “sociofisica”, dove le formule ed equazioni della fisica sono utilizzate per studiare i fenomeni sociali. Ad esempio, sempre la teoria sottostante ai magneti – che, per i più curiosi, si chiama “modello di Ising” - può essere utilizzata per interpretare come gli elettori si influenzino le opinioni a vicenda prima di un voto e fornire così le basi utili per una campagna elettorale, soprattutto sfruttando i precisi mezzi comunicativi dei social network come Facebook o Instagram. Oppure è possibile ricorrere alle formule ed equazioni dei fluidi, come i gas e i liquidi, per studiare il moto delle folle o del traffico. In questo modo si riesce a migliorare i trasporti pubblici, la viabilità e le vie di fuga all’interno dei luoghi pubblici.

Un ulteriore importante settore di ricerca della sociofisica è la diffusione di virus in caso di pandemia, che è descritta matematicamente in modo simile a una goccia d’inchiostro in un liquido. «Ci vuole un approccio collettivo quando ci sono tante persone. Nella fisica dei gas, non vogliamo sapere il moto di una singola particella, ma la pressione e la temperatura di tutto l’insieme. Così noi fisici vogliamo applicare questi concetti ai fenomeni sociali e al mercato azionario», spiega Yi-Cheng Zhang. 

Bisogna però trattenere gli entusiasmi quando si parla di fisica e mercato azionario, perché nessuno ha ancora trovato la formula matematica per diventare Paperon de’ Paperoni. Infatti, si tratta pur sempre di fisica teorica, volta a una comprensione globale del fenomeno e lontana dalla pratica. «Io non sono interessato al lato applicativo, perché avendo già tanti progetti non riesco a occuparmene», dichiara il ricercatore. Resta, però, che nella finanza sono ben apprezzati i laureati in fisica, che trovano facilmente impiego nel settore. 

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