L’iniziativa popolare federale dell’UDC, “No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)“, sta ancora facendo discutere, nonostante la bocciatura del Consiglio nazionale il 25 settembre. Durante la seduta di settembre il dibattito è stato acceso, ma ha visto l’UDC isolata, con una maggioranza contraria e convinta che l’iniziativa sarà respinta in votazione popolare. Per questo anche il controprogetto del Centro era stato respinto. Ora però il clima sembra cambiare.
In cosa consiste l’iniziativa “No a una Svizzera da 10 milioni”
L’iniziativa chiede di mantenere la popolazione residente permanente della Svizzera al di sotto dei dieci milioni di abitanti fino al 2050.
Se la popolazione residente svizzera superasse i nove milioni e mezzo di abitanti prima del 2050, il Consiglio federale e l’Assemblea federale dovrebbero adottare provvedimenti misure riguardanti il settore dell’asilo e del ricongiungimento familiare. Alle persone ammesse provvisoriamente non sarà più accordato alcun diritto di restare.
Inoltre il Consiglio federale dovrà impegnarsi a rinegoziare gli accordi internazionali quali l’Accordo sulla libera circolazione. Se il limite di dieci milioni di abitanti fosse superato prima o dopo il 2050, l’iniziativa chiede l’adozione di altri provvedimenti a livello di legge e anche la denuncia dell’Accordo sulla libera circolazione.
Tra i partiti sta infatti crescendo il timore che l’iniziativa dell’UDC possa passare al voto popolare e iniziano ad arrivare proposte di compromesso, in particolare dal Centro e dai Verdi. Il Centro propone di far votare di nuovo il popolo sulla libera circolazione una volta raggiunti i 10 milioni, invece di disdire automaticamente l’Accordo sulla libera circolazione.
I Verdi invece propongono una preferenza per i residenti sul mercato immobiliare, con alcuni privilegi per chi risiede in Svizzera al momento di acquistare o affittare una casa.
Un controprogetto può servire a togliere sostegno a un’iniziativa, ma può essere anche un’arma a doppio taglio: potrebbe rafforzare l’idea che il tema sia reale e urgente. Inoltre, in passato, il popolo ha mostrato che a volte preferisce la proposta originale.
In vista del dibattito alla Camera dei Cantoni, oggi (lunedì) la Commissione istituzioni politiche del Consiglio degli Stati discute su come affrontare la votazione. Senza controprogetto il voto potrebbe tenersi già nel 2026, con un controprogetto slitterà probabilmente al 2027, anno elettorale. Tempistica favorevole all’UDC; per i suoi avversari, invece, un dilemma in più.










