Giovedì sera le strade di Losanna sono state invase da migliaia di manifestanti che hanno espresso la loro opposizione ai tagli al budget annunciati dal Consiglio di Stato del Canton Vaud per il 2026. La protesta, organizzata dai principali sindacati del settore pubblico e parapubblico, ha visto una massiccia partecipazione di lavoratori e cittadini preoccupati per l’impatto delle misure di austerità. Partito dal centro città poco prima delle 19, il corteo si è diretto verso la sede del Governo cantonale, portando cartelli con slogan come “Scudo sociale contro tagli letali” e “I nostri figli valgono più di un bilancio chiuso”. La manifestazione è stata una risposta diretta all’annuncio, fatto la settimana scorsa, di misure di risparmio per 305 milioni di franchi.
Cora Antonioli, presidente del Sindacato svizzero dei servizi pubblici (SSP) del canton Vaud, ha dichiarato a Keystone-ATS: “Manifestiamo per esprimere il nostro profondo dissenso nei confronti di questo programma di austerità già in vigore dal bilancio 2025”. I sindacati SSP, FSF e SUD hanno unito le forze per organizzare questa protesta “unitaria”.
I manifestanti si oppongono fermamente a tutti i tagli e le misure di bilancio annunciate, preoccupati per le conseguenze sul personale del settore pubblico e parapubblico, nonché sull’intera popolazione. Antonioli ha sottolineato che l’inquietudine è generalizzata, con particolare preoccupazione per il settore parapubblico in termini di precarietà e penosità del lavoro.
La richiesta dei sindacati
I sindacati chiedono un cambio di rotta nella politica cantonale, allontanandosi dalla riduzione delle imposte e puntando invece al miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore pubblico e parapubblico. Inoltre, richiedono l’avvio di negoziati per garantire un servizio di qualità alla popolazione.
Il progetto di bilancio 2026 presentato dal Governo vodese il 24 settembre prevede un deficit di 331 milioni di franchi, con tagli che colpiscono tutti i dipartimenti, in particolare sanità e formazione. Tra le misure contestate, c’è anche un “contributo di crisi” dello 0,7% sullo stipendio lordo del personale statale per le classi salariali da 6 a 18.
Nonostante la forte mobilitazione, Antonioli ammette che potrebbe non essere sufficiente. I sindacati si stanno già preparando a ulteriori azioni, incluso il possibile ricorso allo sciopero. “Questo è solo l’inizio”, ha affermato la sindacalista, anticipando che i sindacati hanno già adito l’Organo di conciliazione e arbitrato. La manifestazione di giovedì sera segna quindi l’inizio di quello che potrebbe rivelarsi un lungo braccio di ferro tra il governo cantonale e i lavoratori del settore pubblico, con importanti implicazioni per il futuro dei servizi pubblici nel Canton Vaud.

Proteste contro tagli e risparmi in Romandia
SEIDISERA 01.10.2025, 18:00
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