L’azzeramento degli strumenti di capitale AT1 del Credit Suisse non ha base legale. È quanto afferma il Tribunale amministrativo federale in una sentenza parziale pubblicata giovedì.
Si tratta della decisione messa in atto nel marzo 2023 nell’ambito dell’operazione di salvataggio di Credit Suisse: in vista dell’acquisizione dell’istituto da parte di UBS, l’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) aveva ordinato l’azzeramento di tutti gli strumenti di capitale “Additional Tier 1” (AT1, particolari obbligazioni convertibili in capitale in caso di crisi) per un valore nominale di circa 16,5 miliardi di franchi.
Contro la decisione, il TAF ha ricevuto circa 360 ricorsi che coinvolgono 3’000 ricorrenti. Questi hanno chiesto da un lato l’annullamento della decisione, dall’altro il ripristino della situazione precedente.
Il 1° ottobre il tribunale ha pronunciato una sentenza parziale in uno dei 360 procedimenti di ricorso, riconoscendo la legittimazione a ricorrere e annullando la decisione della FINMA. Non è invece ancora stata presa una decisione sul ripristino della situazione prima dell’azzeramento.
Secondo la sentenza parziale, la mossa decisa dalla FINMA (e poi approvata dal Consiglio federale) è stata presa, come detto, senza basi legali. Fu “una disposizione anti-costituzionale”. Le centinaia di persone che hanno fatto ricorso hanno ora il diritto di essere sentite.
La sentenza può essere impugnata al Tribunale federale.
Radiogiornale delle 12.30 del 14.10.2025: L’azzeramento delle AT1 di Credit Suisse, la sentenza del TAF
RSI Info 14.10.2025, 12:30
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SEIDISERA 14.10.2025, 18:00
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