Due villaggi alpini, Brienz nella regione dell’Albula nei Grigioni e Blatten nella Lötschental in Vallese, si trovano ad affrontare gravi rischi geologici, tanto gravi da rendere concreta la possibilità che gli abitanti non potranno mai tornare a vivere nelle loro case a causa delle frane. Ma si tratta dello stesso fenomeno o ci sono differenze significative tra una situazione e l’altra? SRF lo ha chiesto a uno dei massimi esperti svizzeri in materia: il professor Simon Löw, professore emerito di geologia del Politecnico federale di Zurigo.
A Blatten, nel Lötschental, solo pochi giorni fa ci si è improvvisamente resi conto del pericolo rappresentato dalla roccia del Kleines Nesthorn. La montagna si sta sgretolando e scivolando verso valle. Milioni di metri cubi di roccia potrebbero presto precipitare sul villaggio. Il caso di Brienz è diverso. La situazione di pericolo è nota da molto più tempo. “Si tratta di una frana di grandi dimensioni, composta da diversi tipi di instabilità del pendio”, afferma il geologo. “Questi fenomeni sono attivi da circa 13’000 anni, cioè dall’ultima era glaciale. Gli abitanti lo sanno da diversi secoli e i geologi studiano Brienz dal XIX secolo”.
Differenze topografiche

Brienz dopo la frana di giugno 2023
Un’altra differenza significativa riguarda la topografia. “La superficie del paesaggio a Brienz è in media molto più piatta che nella Lötschental”, nota Simon Löw. “Questo influenza i processi che si verificano effettivamente e la velocità con cui si svolgono”.

La frana ha coinvolto anche una porzione del ghiacciaio Birchgletscher sopra il villaggio di Blatten
I “piccoli” eventi aumentano dagli anni Novanta
Ma questi grandi eventi franosi e di crollo sono in aumento? Secondo un lavoro di master diretto dallo stesso Löw di alcuni anni fa, non c’è stato un incremento degli eventi di grande portata (dove sono coinvolti milioni di metri cubi di roccia, come nei casi di Brienz e Blatten, ma anche della frana staccatasi il 23 agosto 2017 dalla parete nord-est del pizzo Cengalo, in Val Bondasca, una laterale della Bregaglia) negli ultimi decenni rispetto ai 3 secoli precedenti. Tuttavia, sottolinea: “Per gli eventi di minore entità, come colate di fango o cadute di massi con volumi che possono arrivare a diverse centinaia di migliaia di metri cubi, c’è effettivamente un aumento della frequenza. Lo osserviamo dagli anni Novanta”.
Strategie di prevenzione e mitigazione
Per prevenire o mitigare questi disastri, esistono diverse strategie. Per volumi più piccoli, si possono adottare misure di stabilizzazione. Ma quando si tratta di milioni di metri cubi di roccia, come nei casi di Blatten e Brienz, le opzioni sono limitate. “In questi casi”, afferma l’esperto, “l’unica possibilità è un sistema di allarme precoce e, in ultima istanza, l’evacuazione delle persone”.
Evacuazioni e monitoraggio
Brienz è stato evacuato nel novembre scorso a causa dell’imminente pericolo di un crollo massiccio. La situazione a Blatten è ancora in fase di valutazione, ma intanto la popolazione è stata prudenzialmente allontanata.
Questi casi evidenziano l’importanza del monitoraggio costante e della preparazione nelle aree geologicamente instabili. Mentre la scienza continua a migliorare la nostra comprensione di questi fenomeni, la sicurezza delle comunità montane rimane una priorità assoluta.

La montagna sopra Blatten continua a muoversi
Telegiornale 20.05.2025, 20:00

Blatten con il fiato sospeso per la frana
SEIDISERA 20.05.2025, 18:00
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