Svizzera

Crisi a Gaza, Medici senza frontiere protesta in piazza a Ginevra

L’ONG, fortemente turbata dalle dichiarazioni del consigliere federale Ignazio Cassis, ha affermato che “La Svizzera deve agire subito”

  • Ieri, 17:53
  • Ieri, 18:44
Protesta MSF

Protesta di Medici senza frontiere a Ginevra

  • Keystone
Di: ATS/M.Mar. 

Medici senza frontiere (MSF), ONG che ha la sua sede centrale a Ginevra, ha protestato giovedì sulla Place de Nations della città, per lanciare un appello ad Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri, e per denunciare la militarizzazione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. L’organizzazione è sconvolta dalle recenti dichiarazioni del consigliere federale rilasciate alla RTS e alla RSI e lo ha invitato a discutere della difficile situazione a Gaza, perché “la Svizzera deve agire subito”.

“Vorremmo invitare il Consigliere federale Cassis e gli altri membri del Consiglio federale ad ascoltare personalmente i rapporti delle nostre équipe mediche sul posto” ha dichiarato Micaela Serafini, presidente di MSF Svizzera. Le squadre dell’organizzazione hanno “curato molte persone rimaste ferite nella folla e nella violenza che circondava la distribuzione dei soccorsi”, in un momento in cui le banche del sangue non hanno più riserve e “il personale medico ha dovuto donare il (proprio ndr) sangue per salvare le vite di persone gravemente ferite”.

L’ONG ha più di 1’200 collaboratori nella regione, tra cui diverse decine di internazionali e, fino a poco tempo fa, anche due svizzeri. Data la situazione i collaboratori di MSF nella Striscia sono “frustrati” e risentono delle restrizioni. Mangiano solo una volta al giorno, mentre portano avanti il loro lavoro umanitario. Nel frattempo, le scorte di medicinali per il trattamento della popolazione si stanno riducendo.

Ignazio Cassis, aveva spiegato martedì sulle emittenti della SSR perché la Svizzera non ha firmato la lettera di oltre 20 Paesi europei, i quali chiedevano che gli aiuti nella Striscia fossero gestiti dalle Nazioni Unite e dalle ONG umanitarie. Secondo il consigliere federale la lettera era un “processo alle intenzioni” contro la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), la controversa fondazione che sta distribuendo la maggior parte degli aiuti umanitari nella Striscia.

Decine di persone sono state uccise dalla scorsa settimana nei siti di distribuzione gestiti da GHF. “Abbiamo la prova che tre tentativi sono andati male”, ha comunicato Serafini. “Questa è la prova che questa fondazione non può funzionare”, ha rimarcato, ricordando che “le persone si mettono in pericolo per avere accesso al cibo, che non è sufficiente per le loro famiglie”.

GHF distribuisce la sua assistenza solo in quattro siti specifici, rendendo difficile l’accesso ai gruppi più vulnerabili, e ha inoltre dichiarato di poter sfamare solo il 60% della popolazione.

“Questo nuovo sistema di distribuzione degli aiuti non è solo inefficace”, ha aggiunto Stephen Cornish, direttore generale di MSF Svizzera, ma “soprattutto pericoloso e disumanizzante e causa di numerosi morti e feriti tra i civili”. “Gli incidenti tragici del 27 maggio, 1° e 3 giugno ne sono una prova”, ha osservato Cornish.

Tra i 150 ed i 200 membri di MSF hanno partecipato oggi alla protesta sulla piazza ginevrina, gridando che “gli aiuti militari non sono aiuti umanitari” e che “tutte le linee rosse sono state superate”, sfoggiando essi stessi indumenti rossi. Un altro striscione ha sottolineato che “Gaza ha bisogno di aiuto ora”.

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