Dazi USA al 39%, “è necessario un cambio di passo”

La comunicazione del Consiglio federale sui dazi USA è stata rassicurante per l’economia svizzera, ma ha evidenziato l’imprevedibilità del presidente statunitense Donald Trump. “Tutto è nelle mani di Trump”, ha ripetuto la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, aprendo scenari incerti.

Secondo Simona Cereghetti, responsabile dell’attualità nazionale del Telegiornale della RSI, “bisogna cercare canali alternativi” poiché le strategie diplomatiche classiche sembrano inefficaci con l’attuale presidente USA. “Abbiamo a che fare con un presidente volubile; le decisioni che prende oggi non necessariamente varranno anche domani”, spiega Cereghetti, “quindi l’incertezza dei nostri rapporti con Washington è un nuovo elemento con il quale dobbiamo convivere”.

Andrea Vosti, corrispondente della RSI da Washington, ritiene che il Consiglio federale “abbia peccato d’ingenuità”, dando per scontate le buone relazioni con gli USA. “Con Trump conviene essere meno svizzeri e più spavaldi”, afferma.

“È quindi giunto il momento di cambiare passo”, continua a questo rigardo Cereghetti. Ma non solo, alla luce della situazione, colpisce la scarsa attenzione riservata finora a un momento di autocritica. La frase ripetuta dalla presidente della Confederazione – “tutto è nelle mani di Trump” – suona come “un rinvio di responsabilità”, osserva Cereghetti. A suo avviso, “sarebbe stato necessario volare a Washington già nelle scorse settimane” e sarebbe stato necessario anticipare l’incontro con i vertici dell’economia svizzera, “per costruire una rete di contatti esterna alla politica capace di esercitare una pressione costante a nostro favore”.