Analisi

Dazi, accordo USA-UE: “Bene ma non benissimo, ma è il minore dei mali”

Il commento di Marzio Minoli, della redazione economica RSI, sui dettagli dell’intesa: la Casa Bianca promette che le tasse all’importazione resteranno al 15%, ma con Trump le cose possono cambiare velocemente

  • Oggi, 12:40
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Radiogiornale delle 12.30 del 28.07.2025: dazzi, accordo USA-UE: l’analisi di Marzio Minoli

RSI Info 28.07.2025, 12:39

  • Keystone
Di: Radiogiornale/ludoC 

Un nuovo accordo sui dazi doganali è stato raggiunto tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Dal 1° agosto, le merci europee esportate negli USA saranno soggette a tasse all’importazione del 15%. “Bene ma non benissimo”, commenta ai microfoni del Radiogiornale Marzio Minoli della redazione economica RSI. “Qualsiasi balzello imposto alle merci importate non favorisce i consumi e l’economia, e stimola l’inflazione”. Tuttavia, il 15% può essere visto come “il minore dei mali”, considerando che il presidente Donald Trump aveva inizialmente minacciato imposte fino al 50%.

L’UE è il maggior esportatore di beni verso gli Stati Uniti, con un valore di 300 miliardi di dollari, pari al 20% delle importazioni totali di Washington. La Svizzera si posiziona al quinto posto, con esportazioni per 70 miliardi di dollari.

I prodotti farmaceutici rappresentano la voce principale dell’export europeo verso gli USA, con il 25% del totale. Seguono automobili e apparecchiature industriali. L’accordo prevede anche che l’UE acquisti prodotti energetici per 750 miliardi di dollari nei prossimi tre anni e investa ulteriori 600 miliardi negli Stati Uniti.

Incertezza nel settore farmaceutico

Nonostante l’accordo non riguardi direttamente la Svizzera, il settore farmaceutico - cruciale per le esportazioni elvetiche - potrebbe subire conseguenze. Inizialmente si pensava che il comparto fosse escluso dai dazi, ma funzionari hanno confermato che il 15% si applicherà anche a questi prodotti. “Nelle prossime tre settimane, l’amministrazione statunitense dovrà valutare se questo settore possa rientrare nella sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962”, spiega Minoli. Questa legge permette al Presidente statunitense di imporre dazi su merci che, se importate in grandi quantità, potrebbero minacciare la sicurezza nazionale.

Sebbene i funzionari abbiano assicurato che i dazi rimarranno al 15%, Minoli avverte: “Sappiamo come le cose possano cambiare molto rapidamente sotto l’amministrazione Trump”. L’accordo non comprende alluminio e acciaio, per i quali i dazi rimangono al 50%.

Ricordiamo inoltre che Trump aveva minacciato dazi addirittura del 200% sui prodotti farmaceutici.

Accordo UE-USA: tregua commerciale o vittoria di Trump?

L’intesa raggiunta tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi porta sollievo ma lascia aperti molti interrogativi. Cinzia Alcidi, ricercatrice presso il CEPS, il centro di studi di politiche europee di Bruxelles, spiega al Radiogiornale che non è una vera vittoria per nessuno. L’accordo commerciale tra UE e USA porta infatti un sollievo temporaneo, ma rimangono dubbi sulla sua solidità. “È un’intesa di principio, senza dettagli scritti”, spiega l’analista. “Trump cambia idea rapidamente, anche con accordi firmati”. L’UE ha dovuto cedere su alcuni punti, trovandosi “in ostaggio” degli USA. Secondo Lucidi, data la situazione, “non si poteva fare molto di più”.

Tra i Paesi europei, Germania e Italia rischiano di più come grandi esportatori. L’Irlanda, con il suo settore farmaceutico, vedrà un impatto significativo.

Resta da vedere chi pagherà davvero i dazi. “Le imprese cercheranno di assorbire parte dei costi”, afferma Alcidi. “L’importante è che i governi europei non compensino interamente le tariffe, altrimenti il costo passerebbe dal consumatore americano al contribuente europeo”.

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Radiogiornale delle 12.30 del 28.07.2025: l’analisi di Cinzia Alcidi del CEPS

RSI Info 28.07.2025, 12:02

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