Economiesuisse stima che l’intesa tra Unione europea (UE) e Stati Uniti sui dazi doganali sia un “accordo di limitazione dei danni”. Non è sicuramente buona ma è nettamente meglio di quanto sarebbe potuto accadere senza accordo, secondo l’associazione di categoria.
L’UE, principale partner commerciale dell’economia elvetica, dispone ora almeno di una certa sicurezza giuridica, ha dichiarato oggi, lunedì, Jan Atteslander di economiesuisse ai colleghi della SRF. In linea di principio, è una buona notizia per la Svizzera, ma il 15% è un dazio doganale molto elevato che frena la dinamica del commercio, ha aggiunto.
La Svizzera e le sue imprese sono indirettamente colpite da questo effetto frenante, in quanto fanno parte della catena di creazione di valore: “Se ora viene applicato un aumento del 15%, ciò frena naturalmente la domanda americana”, ha spiegato Atteslander.
Da parte sua, Berna è ancora in attesa di un accordo con gli Stati Uniti. Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato dazi doganali più elevati a partire dal 1° agosto sulle importazioni di numerosi Paesi, tra cui la Svizzera, se entro tale data non verrà raggiunto un accordo con i rispettivi Governi.
Round negoziale a Stoccolma
USA e Cina tornano a incontrarsi oggi (lunedì) a Stoccolma nel terzo round formale di colloqui sui dazi e sul commercio con l’obiettivo primario di estendere la fragile tregua che ha però evitato uno scontro dagli sviluppi imprevedibili. Le delegazioni, nei due giorni di colloqui, saranno guidate dal segretario al Tesoro Scott Bessent e da Jamieson Greer, rappresentante per il Commercio americano, mentre He Lifeng, vicepremier per la politica economica, sarà a capo del team cinese.
I negoziati si svolgono in una settimana cruciale per l’economia globale, a ridosso della scadenza del primo agosto che, in mancanza di accordi specifici, renderà efficaci i dazi reciproci presentati da Donald Trump ad aprile. Martedì il capo della Casa Bianca ha annunciato l’intesa con il Giappone e ieri quella con l’UE.
Lungo il potenziale elenco di temi in agenda: dalle pressioni sulla Cina per fermare i flussi di fentanyl verso gli Stati Uniti, ai timori USA sugli acquisti di Pechino di petrolio russo e iraniano (argomento sollevato da Bessent), fino ai recenti divieti di uscita che hanno impedito ai cittadini statunitensi di lasciare la Cina. Le parti, inoltre, starebbero anche lavorando al potenziale incontro tra Trump e l’omologo cinese Xi Jinping.

Il commento di Ostinelli
Telegiornale 27.07.2025, 20:00