Per far fronte ai dazi del 39% imposti dagli Stati Uniti alle merci svizzere, vanno ridotti gli oneri normativi a carico delle imprese, al fine di preservarne la competitività. Lo ha ribadito il Consiglio federale che nella sua seduta di mercoledì ha fatto il punto della situazione dopo la decisione del presidente americano Donald Trump. Per ora non si prevede una recessione.
Nel corso della riunione di “clausura” il governo ha incaricato i dipartimenti competenti di esaminare rapidamente le proposte di sgravio delle normative esistenti.
Si valuterà anche, stando a una nota governativa, la possibilità di rimandare i progetti non ancora conclusi che comportano costi elevati per le imprese. Su questa base in autunno l’esecutivo deciderà ulteriori provvedimenti e riferirà in modo più dettagliato sui lavori.
Per il Consiglio federale sono prioritari gli sforzi volti a ridurre i costi di produzione delle imprese. Occorre inoltre rafforzare ulteriormente l’accesso a mercati internazionali alternativi per diversificare la distribuzione geografica, nonché garantire la certezza del diritto e la pianificazione per le imprese. Sono già stati raggiunti importanti traguardi, tra cui l’accordo di libero scambio con l’India che entrerà presto in vigore, e la recente conclusione dei negoziati per un accordo di libero scambio con il Mercosur.
Lavoro ridotto, estensione sotto esame
Nel frattempo, il governo sta studiando misure rapidamente attuabili per quanto riguarda l’indennità per lavoro ridotto (IRL). All’inizio di settembre il Consiglio federale prenderà posizione su un’iniziativa parlamentare che mira a estendere la durata massima dell’IRL da 18 a 24 mesi nell’arco di un termine quadro di 24 mesi. Anche nel settore della promozione delle esportazioni si sta valutando la necessità di misure supplementari.
Per ora niente recessione
Attualmente i dazi supplementari statunitensi incidono sul 10% circa delle esportazioni di merci dalla Svizzera. A seconda del grado di esposizione, le conseguenze per le singole aziende possono essere gravi.
Allo stato attuale, tuttavia, non si prevede una recessione con forti cali del prodotto interno lordo, come quella registrata durante la crisi finanziaria del 2008/2009 o la pandemia, né è opportuno varare un programma congiunturale.
Il Consiglio federale analizza costantemente la situazione economica e all’inizio di settembre si occuperà nuovamente delle misure necessarie di politica congiunturale.

Dazi, c'è chi delocalizza in Europa
Telegiornale 12.08.2025, 20:00