È rientrata ieri (sabato) tutta la delegazione svizzera rimasta a Washington negli scorsi giorni per le discussioni sui dazi americani. D’ora in avanti – ha fatto sapere la SECO - i negoziati verranno portati avanti da governo e amministrazione federale. I nuovi contenuti dell’offerta presentata dalla Confederazione alle autorità americane hanno però cominciato a filtrare. Sul piatto non ci sarebbero solo farmaci e gas, ma anche fonderie da sviluppare negli Stati Uniti, aerei Boeing da comprare e carne da importare. Il tutto per abbattere il deficit commerciale che fa arrabbiare Trump.
“Se si mette tutto sul tavolo si perde. È anche una questione di fiducia nei riguardi delle imprese con cui stiamo discutendo”. Così si era espresso il Capo del dipartimento economia Guy Parmelin in conferenza stampa giovedì scorso, rimbalzando una domanda sui contenuti della cosiddetta offerta ottimizzata presentata a Washington.
Lo stesso giorno l’ex ambasciatore Thomas Borer, conosciuto per aver guidato a fine anni ‘90 la task force svizzera sui fondi ebraici, all’agenzia di stampa Bloomberg dichiarava: “Oltre agli investimenti nella farmaceutica affronteremo la questione delle fonderie d’oro, che dovremmo esportare per rendere gli Stati Uniti la più grande fonderia del mondo. E poi dovremmo fare come l’Unione europea, acquistando in due, tre quattro anni beni americani per miliardi di dollari come il gas liquefatto e probabilmente carne bovina. Questo sarà il piano strategico”.
Quanto di fondato ci fosse nelle parole di Borer non è possibile saperlo, ma intanto oggi - dai domenicali - arrivano le prime conferme e nuovi dettagli riguardo a quanto preannunciato le scorse settimane. Roche afferma di voler investire 50 miliardi per diventare esportatrice netta (ovvero esportare dagli Stati Uniti più farmaci di quanti ne importi da altri Paesi, Svizzera compresa). Novartis intende invece investire 23 miliardi per produrre in futuro negli USA il 100% dei suoi farmaci più importanti. Il Consiglio federale incontrerà inoltre a breve i rappresentanti del settore.
La questione carne è invece affrontata dal presidente UDC Marcel Dettling, che apre a importazioni contingentate in virtù della minor produzione svizzera di carne bovina.
La stampa d’Oltralpe aggiunge inoltre la disponibilità di Swiss a comprare ulteriori aerei Boeing, il che spiegherebbe la presenza Washington del CEO della compagnia accanto a Keller-Sutter e Parmelin.
Per quanto riguarda i negoziati, il Consiglio federale si sarebbe nel frattempo fatto consigliare da Alfred Gantner, imprenditore miliardario acerrimo nemico dell’Unione europea, dopo aver rifiutato la proposta della SECO di ingaggiare un’azienda di lobbying negli Stati Uniti, quando ancora si poteva tentare di salvare il salvabile.