I jet da combattimento F-35 ordinati dalla Confederazione costeranno più del previsto: il costo aggiuntivo è compreso fra 650 milioni e 1,3 miliardi di franchi. Una questione che continua a tenere banco nella politica federale. Il corrispondente del Telegiornale RSI a Berna, Nicola Zala, ne ha parlato con la consigliera nazionale del PS Priska Seiler Graf (secondo cui l’acquisto dei velivoli non è economicamente sostenibile) e il consigliere agli Stati UDC Werner Salzmann (favorevole all’acquisto nonostante la differenza di prezzo).
Il dibattito tra Priska Seiler Graf (a sinistra) e Werner Salzmann (a destra)
Per Salzmann quella che si è venuta a creare con l’aumento dei costi è “una questione fastidiosa”. Ma sottolinea che “nel contesto generale, in questo momento, c’è guerra in Europa e c’è la possibilità che la Svizzera venga attaccata. Non dobbiamo parlare di numeri o quantità di aerei, ma su come permettere alla Svizzera di difendersi”.
La colpa è della Svizzera?
Il consigliere agli Stati UDC si chiede: “Se non possiamo fidarci del Consiglio federale, di chi dobbiamo fidarci?” La colpa è dunque della Confederazione? La consigliera nazionale Seiler Graf afferma: “Non sono una che vuole difendere gli Stati Uniti, soprattutto non in questo momento, con l’amministrazione Trump. In questa vicenda, però, l’errore è nostro”. La socialista dice che gli avvertimenti ci sono stati “ma sono stati ignorati”. Chi sono dunque i responsabili? “Tutti se ne sono andati. I responsabili del progetto, Peter Winter e Darko Savic, ma anche l’ex consigliera federale Viola Amherd. Tutti loro dovrebbero rispondere” sostiene Seiler Graf.
Salzmann si dice d’accordo: la Svizzera s’è cacciata da sola in questi guai. E ritiene che la responsabilità principale sia dell’ex consigliera federale: “Ma - dice - anche lei non poteva controllare tutto da sola. Anche lei doveva potersi fidare delle dichiarazioni dei suoi collaboratori. Però è chiaro: Amherd doveva assicurarsi della veridicità delle dichiarazioni”.
Ora cosa dovrebbe fare la Svizzera?
Nel contesto attuale non va ridotto il numero degli aerei, ribadisce Salzmann, ma bisogna proseguire per strada scelta: “Dobbiamo inserire questi 6 miliardi, che indicizzati al 2018 sono 6,8 miliardi, in un messaggio sull’esercito e la differenza dovrà essere sottoposta al Parlamento” spiega, precisando che non è necessario interpellare il popolo “perché la Svizzera non conosce il referendum finanziario”.
Non ci sta Seiler Graf, che ricorda come al popolo è stato detto a più riprese che il prezzo per gli F-35 era fisso. “Era l’argomento principale per l’acquisto: un prezzo fisso, che invece non è fisso”. Essendo quindi cambiate le condizioni, la socialista ritiene che sia “assolutamente corretto e necessario dal punto di vista istituzionale sentire nuovamente il popolo”.
Salzmann, che dice di non temere la parola dei cittadini, afferma che si rischierebbe di perdere tempo. “Ora l’importante è agire rapidamente per la sicurezza del nostro Paese” sottolinea, sostenendo che gli F-35 sono gli aerei adatti per abbattere droni, “come abbiamo visto in Polonia”. Ma Seiler Graf conclude: “Non sono economicamente sostenibili”.

Gli F-35 costeranno di più: gli Stati Uniti non cedono
SEIDISERA 13.08.2025, 18:00
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