DAZI USA

La SECO: ‘I doni a Trump? Lo sapevamo’

Budliger Artieda elogia gli imprenditori svizzeri per l’esito dell’incontro nello Studio Ovale - L’autorità federale ha però scelto di non occuparsi né della selezione né dell’acquisto dei regali

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Il presidente USA Donald Trump durante l'incontro del 4 novembre con gli imprenditori svizzeri

Il presidente USA Donald Trump durante l'incontro del 4 novembre con gli imprenditori svizzeri

  • Keystone
Di: ATS/joe.p. 

La direttrice della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), Helene Budliger Artieda, ha elogiato gli imprenditori svizzeri per aver incontrato il presidente USA Donald Trump nello Studio Ovale per discutere della vertenza commerciale tra Berna e Washington.

In un’intervista concessa alla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), la 60enne ha precisato che la SECO era stata informata anticipatamente dei doni presentati all’inquilino della Casa Bianca durante l’incontro e che, trattandosi di un’iniziativa privata, l’autorità federale aveva scelto consapevolmente di non occuparsi né della selezione né dell’acquisto dei regali.

Helene Budliger Artieda

Helene Budliger Artieda

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I doni in questione - un orologio da tavolo Rolex e un lingotto d’oro dal valore complessivo di circa 100’000 franchi - sottoposti a Trump dalla delegazione imprenditoriale all’inizio di novembre sono finiti al centro di critiche. La consigliera nazionale ticinese Greta Gysin (Verdi) e il suo collega di partito vodese Raphaël Mahaim hanno chiesto di avviare un’indagine sul caso e presso il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), sono pervenute tre denunce penali contro ignoti.

Alla televisione svizzerotedesca SRF, Alfred Gantner, della società di investimenti zughese Partners Group, presente all’incontro a Washington, ha dal canto suo sottolineato che è del tutto normale portare un regalo quando ci si reca allo Studio Ovale.

Personalmente sono molto grata che nella Confederazione esista un tessuto imprenditoriale disposto ad aiutare quando il Paese ne ha bisogno, e pronto anche a prendersi dei rischi

Helene Budliger Artieda, direttrice della Segreteria di Stato dell’economia (SECO)

A causa delle indagini in corso, Budliger Artieda ha fatto sapere alla NZZ di non poter commentare l’aspetto legato a tali denunce. “Ma, personalmente, - afferma la zurighese - sono molto grata che nella Confederazione esista un tessuto imprenditoriale disposto ad aiutare quando il Paese ne ha bisogno, e pronto anche a prendersi dei rischi”.

Secondo la segretaria di Stato - in carica dal 1° agosto 2022 - la visita degli imprenditori nella capitale statunitense è stata decisiva. “Hanno riportato la discussione alla realtà come pochi altri avrebbero saputo fare”, sostiene, precisando che “hanno mostrato a Trump come gli investimenti proposti potessero aiutare a ridurre il deficit commerciale”. Una questione “chiaramente molto importante per lui”, puntualizza Budliger Artieda.

I democratici cancelleranno i dazi?

Budliger Artieda si è detta scettica che i dazi inflitti da Washington possano un giorno tornare alle aliquote precedenti all’amministrazione Trump: “Temo - ha ammesso la funzionaria - che non vedremo più quel livello, anche se un giorno i democratici dovessero tornare al potere negli Stati Uniti”.

La dichiarazione di intenti, stipulata a metà novembre tra Washington e Berna, la quale punta ad una riduzione dei dazi doganali dal 39% al 15%, prevede che varie aziende elvetiche investano complessivamente 200 miliardi di dollari (circa 161 miliardi di franchi al cambio attuale) oltreoceano nell’arco di cinque anni. “Secondo quanto ci è stato spiegato, le nuove aliquote dovrebbero entrare in vigore nella prima metà di dicembre”, ha rivelato alla NZZ la Segretaria di Stato.

Budliger Artieda ha inoltre dichiarato al quotidiano zurighese che l’offerta ufficiale della Confederazione non è stata sottoposta agli imprenditori in questione, né è stato avviato alcun negoziato da parte loro. La funzionaria conferma così quanto già sostenuto da Gantner. All’incontro, oltre al co-fondatore di Partners Group, erano presenti anche, tra gli altri, il CEO di Rolex, Jean‐Frédéric Dufour, e il presidente del consiglio di amministrazione di Richemont, Johann Rupert.

Per un accordo di libero scambio, la SECO crede che non ci sia molto interesse da parte statunitense. Tuttavia, il rappresentante USA per il commercio, Jamieson Greer, vorrebbe tramutare la dichiarazione d’intenti di novembre in un accordo legalmente vincolante. Una volta concluse le trattative, in caso di referendum, sarà ad ogni modo il Parlamento e il popolo svizzero ad avere l’ultima parola.

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Per la SECO i dazi hanno rallentato l'economia svizzera

RG 12.30 del 28.11.2025 La corrispondenza di Gianluca Olgiati

RSI Info 28.11.2025, 13:12

  • KEYSTONE/ Til Buergy
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