Fa discutere il caso della rete di prostituzione minorile scoperta a Ginevra, dove cinque uomini sono stati arrestati. La polizia, aveva anticipato martedì la Tribune de Genève, ha smantellato un giro di prostituzione del quale facevano parte alcune ragazzine (una aveva addirittura meno di 15 anni) che venivano sfruttate nel retrobottega di un “barber shop” nella zona della stazione centrale.
Ma il fenomeno è diffuso altrove in Svizzera romanda, come rilevato dai colleghi di RTS. Alcune ragazze sono intrappolate in reti organizzate, altre agiscono in modo indipendente soprattutto attraverso i social network. Un fenomeno in piena espansione, che disorienta tanto i professionisti dell’infanzia quanto quelli del mondo della prostituzione.
L’obiettivo per questi giovani – sono soprattutto ragazze ma anche ragazzi - è guadagnare denaro rapidamente, ma anche, a volte, emanciparsi dall’autorità genitoriale.
Ospite martedì del programma “12h30” della RTS, Pénélope Giacardy, direttrice dell’associazione ginevrina Aspasie, che sostiene le lavoratrici e i lavoratori del sesso, spiega che c’è una mancanza di formazione e coordinamento per accompagnare efficacemente i minori coinvolti. “I vari servizi di protezione dell’infanzia sono, credo, piuttosto impreparati. C’è senza dubbio una mancanza di formazione, e non sempre sanno come affrontare queste situazioni con i giovani, né come accompagnarli al meglio”, sottolinea.
Le associazioni come Aspasie, che solitamente sostengono adulti capaci di fare scelte informate e consensuali riguardo al lavoro sessuale, si trovano di fronte a una nuova realtà. “Occuparsi di minori è relativamente nuovo per noi. Ci è capitato di incontrare dei giovani in passato, ma era raro. Oggi, le situazioni si moltiplicano, ed è per questo che dobbiamo riflettere sul modo migliore di accompagnarli e formarci di conseguenza”, aggiunge Pénélope Giacardy.
Anche il Canton Vaud non è risparmiato da questo fenomeno. “Si stima che circa una quarantina di giovani minorenni si dedichino alla prostituzione”, indica il portavoce della polizia cantonale Jean-Christophe Sauterel, intervenuto durante il programma Forum della RTS.
Precisa, tuttavia, che attualmente “non si può parlare di una rete nel Canton Vaud”. Poiché la prostituzione minorile è vietata dalla legge vodese e dal Codice penale, questa avviene “in modo relativamente discreto”, attraverso i social network o piccoli annunci e generalmente in appartamenti o hotel.
“Nei luoghi ufficiali di prostituzione del Canton Vaud, nei centri massaggi, non constatiamo la presenza di minori”, aggiunge Jean-Christophe Sauterel. “La legge inquadra sufficientemente bene questo ambito e la polizia effettua regolarmente dei controlli”.

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