Una missionaria svizzera è stata uccisa, circa un mese fa, dai suoi rapitori che la tenevano sequestrata da circa 4 anni. Lo ha reso noto venerdì sera il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). L'informazione è stata fornita venerdì pomeriggio dalle autorità francesi a quelle svizzere, precisa il DFAE. I responsabili del crimine sarebbero membri dell'organizzazione terroristica islamista Jama'at Nasr al-Islam wal Muslim (JNIM).
La vittima, una 59enne di Basilea attiva a Timbuctù, era già stata rapita una prima volta nel 2012, ha detto il portavoce del DFAE Valentin Clivaz. Le circostanze esatte dell'assassinio non sono ancora chiare. Parigi è stata informata dell'esecuzione attraverso l'ostaggio Sophie Pétronin, franco-svizzera rilasciata giovedì sera e la cui liberazione è stata annunciata ieri assieme a quella degli italiani padre Maccalli e Nicola Chiacchio.
"È con grande tristezza che ho appreso della morte della nostra concittadina", ha affermato il consigliere federale Ignazio Cassis, citato nel comunicato. "Condanno questo atto crudele ed esprimo le mie più sentite condoglianze ai parenti della vittima".
Mali, Sophie Pétronin liberata
Telegiornale 09.10.2020, 14:30
Le autorità svizzere, sotto la direzione del DFAE, faranno tutto il possibile per accertare le circostanze esatte del crimine e il luogo in cui si trova il corpo della vittima. Berna tenterà in ogni modo di rimpatriarlo, precisa il DFAE, che intende rivolgersi al nuovo governo di transizione del Mali.
In collaborazione con le autorità maliane e con altri partner, Berna ha lavorato negli ultimi quattro anni per fare in modo che la donna venisse rilasciata e potesse ritrovare la sua famiglia, afferma il DFAE, aggiungendo che i membri del Consiglio federale hanno ripetutamente esercitato pressioni sulle autorità maliane per chiederne la liberazione.
Not 22:00 del 09.10.20
RSI Info 10.10.2020, 00:15
Svizzera uccisa in Mali
Telegiornale 10.10.2020, 14:30