La procura di Basilea dovrà indagare sull’uso di proiettili di gomma da parte della polizia in occasione di una manifestazione del 24 novembre del 2018. Così ha sentenziato il tribunale di appello il 28 luglio, pronunciandosi sulla denuncia penale presentata da un dimostrante, colpito a un occhio, che la magistratura intendeva invece archiviare. La sentenza è stata comunicata martedì. Per la corte, il ricorso a quello strumento fu “problematico per diversi motivi”.
Ma andiamo con ordine: quel giorno in piazza - schermati da un cordone di polizia - erano scesi poche dozzine di simpatizzanti dello PNOS, una formazione di estrema destra, per contestare il patto dell’ONU sulle migrazioni. Il suo leader dell’epoca aveva pronunciato un discorso di stampo antisemita, come si desume anche dall’atto di accusa nei suoi confronti. I fatti oggetto della sentenza, però, riguardano la contromanifestazione organizzata da ambienti di sinistra del movimento per una “Basel Nazifrei”, una “Basilea senza nazisti”. Sulla Messeplatz si radunarono migliaia di persone, in larga maggioranza pacifiche.
Ci furono però anche atti di violenza, in particolare lanci di sassi e oggetti, contro gli agenti. Questi risposero come detto con i proiettili di gomma. Secondo i giudici, però, fu una reazione a provocazioni piuttosto che a una minaccia. E non è l’unico punto criticato: la distanza minima di sicurezza di 20 metri non venne rispettata in più di un’occasione. Fra avvertimento e ordine di fare fuoco passarono inoltre solo dieci secondi, sufficienti per mettersi al riparo ma non per uscire dal raggio di tiro degli agenti. Infine, gli spari non cessarono quando i manifestanti, con l’eccezione di una persona giudicata innocua, si ritirarono.
Il querelante è fra le persone, una trentina, che vennero in seguito perseguite per disturbo della quiete pubblica e violenza o minaccia contro gli agenti. Venti casi sono ancora pendenti, il tribunale di appello li ha rimandati ai giudici di prima istanza. Le pene pronunciate vanno dai sette mesi sospesi agli otto da scontare.
Il caso rilancia il dibattito sull’uso dei proiettili di gomma da parte della polizia svizzera. La questione è nel frattempo divenuta tema di riflessione all’interno delle stesse polizie, tanto che - ad esempio a Zurigo - le pallottole di gomma e il loro impiego, sono al centro di approfondita analisi.