Secondo il Sindacato svizzero dei mass media (SSM) i dipendenti della RTS sono esposti a “enormi rischi psicosociali” a causa di un futuro incerto e del timore di licenziamenti.
La riduzione del canone a 300 franchi e l’iniziativa per abbassarlo ulteriormente a 200
L’SSM ricorda come il Consiglio federale intenda ridurre il canone radiotelevisivo dagli attuali 335 franchi all’anno per economia domestica a 300 franchi a partire dal 2029. La situazione potrebbe inoltre diventare ancora più critica se l’iniziativa lanciata dall’UDC “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)“ venisse accettata dal popolo.
Poiché queste decisioni potrebbero comportare “diverse centinaia di licenziamenti” tra il 2027 e il 2029, la SSR sta “ancora una volta entrando in un periodo pericoloso sia per la salute e l’integrità del suo personale sia per il servizio pubblico”, precisa l’SSM.
Le critiche di SSM alla direzione della RTS
In questo contesto, il sindacato ritiene che la direzione della RTS non stia facendo abbastanza per proteggere il personale. L’SSM ricorda che nel 2021 era stato redatto un rapporto a seguito di un’inchiesta di “Le Temps” su casi di mobbing e molestie e che la direzione si era impegnata a prendere provvedimenti. Quattro anni dopo, l’SSM ritiene che “il cambiamento promesso” non abbia avuto luogo. “Contrariamente agli impegni presi nel 2021, la paura (...) ora è ovunque, mentre ogni anno si annunciano licenziamenti collettivi”, afferma il sindacato.
La replica della direzione di RTS
Contattato dall’agenzia Keystone-ATS, il direttore di RTS Pascal Crittin sottolinea come la salute del personale sia la sua prima preoccupazione. “So quanto sia difficile la situazione”, scrive. “Il consiglio di amministrazione ed io organizziamo incontri molto frequenti con il personale e la nostra porta è sempre aperta”. “Forniamo - aggiunge - informazioni regolari e trasparenti sulla situazione politica ed economica... È in corso anche una campagna di sensibilizzazione sui rischi psicosociali”. Crittin sottolinea che la RTS dispone di “diversi meccanismi affinché chiunque lo desideri possa, in caso di sofferenza, rivolgersi a fonti interne o esterne e, se lo desidera, in forma anonima”. Crittin osserva di aver “sempre difeso il dialogo sociale e il ruolo dei sindacati all’interno dell’azienda”. Si dice “allarmato” se i dipendenti si sentono in pericolo nel parlare. Il coinvolgimento dei sindacati deve essere rispettato e in seno alla RTS non c’è posto per alcuna forma di ritorsione nei confronti di persone che esercitano tali funzioni, conclude.

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