Svizzera

Riciclaggio di denaro, controlli e costi: chiamare le banche alla cassa?

È l’ipotesi che fa breccia visti gli oneri e i problemi d’organico della polizia giudiziaria federale - Ma agli istituti non piace

  • Un'ora fa
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Radiogiornale delle 07.00 del 12.09.2025: il servizio di Pervin Kavakcioglu

RSI Info 12.09.2025, 08:41

  • archivio tipress
Di: Radiogiornale-P.Kavakcioglu/ludoC 

Il Controllo federale delle finanze ieri, in un rapporto, ha riferito della mancanza di personale alla Polizia federale giudiziaria. Una situazione che ha portato - fra le altre cose - a ritardi nei procedimenti. All’interno della Fedpol vi è un ufficio che si occupa di riciclaggio di denaro in Svizzera. Anche lì i problemi di organico rischiano di creare un danno alla reputazione della piazza finanziaria elvetica: per evitarlo è stata messa sul tavolo la proposta di cambiare il modo con cui viene finanziato questo ufficio.

Ufficio che si chiama MROS: l’ente centrale svizzero che si occupa dei casi sospetti di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo. Riceve le informazioni dai commercianti e dagli intermediari finanziari come ad esempio le banche. Dopo le sue analisi, può decidere se occorre sporgere una denuncia a livello federale o cantonale. Nel suo lavoro coopera anche a livello internazionale.

Le segnalazioni giunte a questo ufficio negli ultimi cinque anni sono triplicate. Di conseguenza servirà più personale, più del doppio di quello attuale. La polizia federale giudiziaria, a cui fa capo questo ufficio, sta quindi pensando a un finanziamento diverso, coinvolgendo anche gli intermediari finanziari: far pagare, insomma, anche loro. Una proposta che non piace a Franco Citterio, direttore dell’Associazione bancaria ticinese, il quale ai microfoni del nostro Radiogiornale ha spiegato: “Mi sembra una misura di risparmio comprensibile da una parte, ma dall’altra addossare i costi amministrativi di un Ufficio federale agli stessi enti che tra l’altro trasmettono delle segnalazioni di informazioni, di casi sospetti allo stesso ufficio, mi sembra un po’ paradossale. È un po come già succede adesso gli istituti finanziari, quindi banche ma anche assicurazioni e gestori patrimoniali, che finanziano i servizi di vigilanza della FINMA. Ecco, non vorrei che anche questo sia un altro passo così nello scaricare questi costi agli enti che poi stanno comunque cooperando nel raccogliere queste informazioni”.

Secondo Franco Citterio insomma in questi anni gli intermediari finanziari hanno già fatto molto anche a difesa dell’immagine della piazza finanziaria. Entro la fine di dicembre saranno presentate al Consiglio federale delle proposte di finanziamento alternative per l’ufficio MROS.

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