L’inasprimento delle condizioni di accesso al servizio civile, recentemente deciso dal Parlamento federale, “indebolisce la coesione sociale” e va contro il “bene comune”, sostengono le associazioni promotrici del referendum. Denunciano la legge come “manipolativa”.
Un’alleanza di organizzazioni della società civile, associazioni e istituzioni competenti, tra cui rappresentanti eletti di sinistra e dei Verdi, ha lanciato mercoledì a Berna la sua campagna contro la riforma.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/dialogo/Servizio-civile-ritorno-dell%E2%80%99esame-di-coscienza--2862629.html
L’inasprimento dell’accesso al servizio civile rischia di “indebolire un’istituzione che sostiene la nostra società e di colpire in modo specifico settori in cui la mancanza di risorse si fa già sentire”, ha criticato la Federazione svizzera del servizio civile (Civiva).
Ciò andrebbe a scapito di ospedali, case di riposo, asili nido e aziende agricole di montagna, per i quali i civili lavorano migliaia di ore, e senza effettivamente rafforzare l’esercito, secondo i partecipanti al referendum.
Con la revisione in corso, il governo intende ridurre il numero di persone che lasciano l’esercito per il servizio civile. Un terzo dei civilisti rientra in questa categoria. Una serie di misure proposte dall’esecutivo dovrebbe portare il numero di ammissioni annuali al servizio civile da 6’600 a 4’000. La scorsa settimana il Partito socialista (PS) ha annunciato di appoggiare il referendum.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/dialogo/La-crisi-dell%E2%80%99esercito-svizzero--3156673.html