In Vallese, e più precisamente nel cuore della città di Martigny, c’è un posto decisamente fuori dal comune: un negozio che.. non vende niente! È la stessa insegna davanti al locale (‘Le magasin où l’on vend rien’) a precisarlo. Ci sono, beninteso, diversi ‘articoli’ esposti, ma che appunto non si possono acquistare.
Che senso ha, allora, una ‘rivendita’ in cui, dichiaratamente, non si può acquistare nulla? Qualcosa da dispensare a ben vedere c’è ed è rappresentato dalle storie, dai ricordi, da aneddoti curiosi che si celano dietro ognuno di questi oggetti in esposizione. E a raccontarli alla gente è l’ideatore di questa singolare iniziativa: un pensionato 68enne, Jean-Manuel D’Andrès, che dopo una vita di lavoro ha deciso di dedicare parte della sua ‘seconda giovinezza’ a curiosità e oggetti strani.
Nel ‘negozio’ di Jean-Manuel D’Andrès
I conduttori di Casa Svizzera, l’emissione di Rete Uno in onda dal lunedì al venerdì dopo il Radiogiornale delle 09.00, hanno avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con questo signore dalla indole davvero eclettica: un po’ sognatore, un po’ artista, un po’ collezionista. Il suo “negozio” riflette la sua filosofia di vita e mostra davvero di tutto: quadri, quadretti, macchinari vari, scrittoi, orologi da muro, un curioso aggeggio che assomiglia ad un alambicco... Nulla è in vendita “ma la gente viene lo stesso”, assicura, “forse perché per una volta non c’è nulla da comprare: solo da guardare, da ascoltare, da sentire”.
Alla scoperta di questo singolare "negozio"
Ognuno di questi oggetti ha del resto una sua storia e Jean-Manuel la racconta agli ospiti con passione contagiosa. Alcuni di loro non capiscono subito la sua idea: “pensano”, racconta, “che per ora io non venda, in attesa che gli oggetti aumentino di valore”. Ma le cose non stanno davvero così. “Qui non si compra niente”, sottolinea, “si respira”.

Jean-Manuel D’Andrès è stato ospite di Casa Svizzera nell'emissione di giovedì mattina
Ma visto che non si vende nulla, obiettiamo, non sarebbe forse più appropriato definire questo posto come un museo? “Quando si parla di un museo, si pensa a giorni fissi di apertura, anche ad orari”, mentre “il mio locale è aperto quando sono qui”. Una scelta di libertà, insomma. Ad ogni modo i riscontri da parte dei visitatori sono positivi. “Le persone che entrano sono un po’ stupite di vedere questo” e “c’è gente che arriva” anche solo “per parlare un momento”. E per ascoltare racconti e ricordi che, per la loro unicità, non hanno davvero prezzo.










