A Lugano si voterà per la prima volta in Ticino su una questione di viabilità urbana. Il 28 settembre i cittadini saranno chiamati a esprimersi sull’estensione delle zone a 30 e 20 km/h su buona parte del territorio comunale. Una proposta del Municipio, sostenuta dal Legislativo, che però ha incontrato l’opposizione di Lega dei Ticinesi e UDC. Le oltre 3’500 firme raccolte hanno portato al referendum. E ora il fronte del NO si mobilita, con una campagna che ha scelto come simbolo una tartaruga imbronciata.
“Gli automobilisti non potranno più andare in giro, saranno fermi”, ha affermato ai microfoni del Quotidiano Raide Bassi, consigliera comunale UDC, sintetizzando il timore che la misura finisca per paralizzare la mobilità privata. Il progetto prevede infatti di portare da 71 a 109 i chilometri di strade comunali con limiti ridotti, ovvero più della metà della rete stradale cittadina.
Ma è davvero solo una questione di sicurezza? Secondo Lukas Bernasconi, capogruppo della Lega in Consiglio comunale, no: ”Abbiamo già votato un credito di sei milioni di franchi e oltre per la sicurezza dei percorsi casa-scuola. Qui il discorso è tutto un altro”. Per i contrari, si tratta di un approccio ideologico che punta a limitare la libertà individuale. “C’è una parte della politica che vuole sempre più andare a imporre regole sul cittadino, partendo dal presupposto, in questo caso, che sia anche un irresponsabile”, ha concluso Bernasconi.
Il rischio, secondo il fronte del NO, è quello di un’intensificazione di sanzioni. “Non si può continuare a penalizzare l’automobilista”, insiste Bassi, “e pensare che, multandolo o impedendogli di andare in giro, questo poi passi all’uso dei trasporti pubblici”. Un altro punto critico riguarda quello che, secondo i contrari, è il messaggio implicito della misura: “Sembra che bambini e anziani possano giocare liberamente in strada, ma questo sì che è pericoloso”, avverte la consigliera UDC.