Ticino e Grigioni

La RSI guarda avanti: dai mattoni di Besso ai nuovi studi di Comano

Nelle voci dei protagonisti, nostalgia e speranza accompagnano il trasloco - La storica sede diventa un polo musicale mentre le tre reti trovano una casa tecnologicamente all’avanguardia - Sabato giornata di porte aperte dalle 11.00 alle 17.00

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Radio, da Besso a Comano trasloco storico

Prima Ora 19.09.2025, 18:00

Di: Prima Ora-D.Realini/sdr 

Besso non è solo un quartiere di Lugano: per decenni è stato sinonimo di radio, musica, concerti e grandi artisti. Oggi, sabato 20, la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) si appresta a lasciare questa sede storica per trasferire tutti i suoi studi radiofonici a Comano. Un cambiamento che suscita inevitabile nostalgia, ma anche curiosità per le nuove opportunità.

A dare voce a questi sentimenti nella trasmissione Prima Ora è stato Jacky Marti, che a Besso ha vissuto un’intera carriera e, dopo aver fatto il giornalista, conduttore e produttore, ne è uscito da direttore. “Era la mia casa, la mia famiglia. Credo di aver trascorso più tempo qui che a casa”, confessa davanti all’ingresso di Besso. I ricordi si accavallano: “Ogni mattone, ogni corridoio evoca suoni, idee, persone. Ricordo una delle prime dirette su Rete Uno: la finestra dello studio T1 era aperta e si sentivano i muggiti delle mucche nel prato. Mi batteva il cuore fortissimo, ero poco più di un ragazzino”.

Tra i volti incontrati in decenni di radio De André, Mina, Solomon Burke, Ungaretti, Montale, Georges Simenon, Max Frisch, Cossiga, il pianista Arturo Benedetti Michelangeli, il campione Eddy Merckx. “Ma più che citare gli ospiti – sottolinea – voglio salutare tutti coloro, centinaia di colleghi, molti purtroppo scomparsi, che hanno dato il cuore, la voce e il loro talento e hanno fatto grande questa radio”. Per Marti la RSI ha avuto un ruolo chiave nella costruzione dell’identità della Svizzera italiana: “Ha dato voce alla minoranza linguistica, l’italofona. Il pubblico l’ha amata come un parente stretto: a volte criticata, ma sempre con affetto”. E la radio, nonostante l’evoluzione tecnologica, resta insostituibile:

“È un mezzo immediato, caldo, che fa compagnia e fa sognare. Hanno provato a darle il funerale con l’arrivo della televisione, poi di Internet, e ora con l’intelligenza artificiale. Ma la radio non muore”. Il trasferimento a Comano non è un addio, ma un nuovo capitolo. Qui nascerà una cittadella della musica, riferisce il decano della radio, un’idea che già anni fa aveva immaginato. Nessuna tristezza per Marti, solo un po’ di malinconia. “È un cambiamento, dice, quindi un’opportunità. Continuerò a frequentare l’Auditorium e ad ascoltare la radio, da Rete Uno a Rete Tre, a seconda degli umori. Lunga vita alla RSI e tanti auguri alla Città della Musica”.

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I nuovi studi RSI di Besso

RSI Archivi 30.03.1962, 14:50

Il viaggio della voce RSI non si ferma

Per oltre sei decenni il nome di Besso è stato sinonimo di radio. Gli studi della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI), inaugurati nel 1962, hanno ospitato generazioni di giornalisti, musicisti e tecnici, segnando una pagina indelebile nella storia culturale della Svizzera italiana. Il complesso, acquistato dalla Città di Lugano, è un capolavoro architettonico degli anni ’50 e ’60. “È uno degli edifici più belli realizzati in Svizzera, forse anche in Europa”, sottolinea Nicola Navone, architetto e vicedirettore dell’Archivio del Moderno. “Concilia istanze organiciste, ispirate a Frank Lloyd Wright, e razionaliste, con spazi che fondono intimità domestica e funzionalità professionale”.

Otto sale di registrazione, due aperte al pubblico, una sala concerti da 450 posti, uno studio per la musica leggera: il giorno dell’inaugurazione Besso fu definito tra gli istituti radiofonici più moderni d’Europa. Oggi quegli spazi si preparano a una nuova vita: diventeranno, appunto, la “Città della Musica”, ospitando il Conservatorio della Svizzera italiana, la Fonoteca nazionale, l’Orchestra della Svizzera italiana, i Barocchisti e la cooperativa Suisa.

Intanto, a pochi chilometri di distanza, Comano accoglie le reti RSI. “Abbiamo anche noi un po’ il magone – ammette il giornalista conduttore Sergio Savoia – perché una vita in quegli edifici meravigliosi non si cancella in un attimo. Ma qui abbiamo studi di grandissima qualità”. Danny Rauseo, conduttore, spiega che questo cambiamento permetterà alle tre reti di essere vicine. “Rete Tre già trasmette da Comano, dice, Rete Uno si può ascoltare da qui e il 20 ottobre arriverà anche Rete Due. Questa galleria - si riferisce all’area aperta e conviviale di nuova costruzione - è un luogo ideale per condividere e scambiarci informazioni”. Si tratta tuttavia di un passaggio che mescola nostalgia e orgoglio. “Il vecchio che si lascia e il nuovo che si trova creano emozioni contrastanti”, riflette ancora Savoia. “Besso rimarrà un luogo magico, sempre con una fruizione pubblica, ma per noi e per molti ticinesi e italiani è stato per decenni il cuore stesso della radio”.

Giornata di porte aperte

Oggi, sabato 20 settembre, in occasione della giornata di porte aperte (dalle 11.00 alle 17.00), il pubblico potrà salutare per l’ultima volta la storica sede di Besso: un ultimo abbraccio prima che si apra il nuovo capitolo dell’avventura radiofonica della RSI. Un programma per vivere da vicino un patrimonio di suoni, voci, musica, storie e connessioni.

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Lo stabile RSI di Besso comprato dalla città di Lugano

Il Quotidiano 21.01.2021, 20:00

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