La procuratrice pubblica Margherita Lanzillo ha chiuso l’inchiesta sul delitto di Caslano. Lo ha comunicato nei giorni scorsi alle parti, prospettando il rinvio a giudizio del giovane che il 6 luglio 2018, in via Chiesuola, uccise sua nonna. Alle Assise Criminali il 24enne svizzero dovrà rispondere di assassinio, incendio intenzionale e turbamento della pace dei defunti, nonché di infrazione e contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti.
Erano circa le tre del mattino quando il nipote entrò con le chiavi nell’abitazione dell’anziana. Voleva dei soldi per comprarsi la cocaina, da cui era (ed è) dipendente. L’81enne si rifiutò di darglieli, e lui la colpì ripetutamente con un martello. Poi tentò di simulare una disgrazia. Andò in garage, prese la benzina che usava per il tosaerba e diede fuoco alla casa.
A favore del 24enne, che sta espiando anticipatamente la pena, il perito psichiatrico ha ravvisato una lieve scemata imputabilità, dovuta appunto al consumo di coca. Consumo a cui è legato anche il rischio di recidiva: alto con l’assunzione di stupefacenti; meno probabile – ritiene l’esperto – in assenza di droga.
Caslano, a processo per assassinio
Il Quotidiano 22.05.2019, 21:00