La Croce Rossa Svizzera ha inaugurato sabato a Bombinasco, nel nuovo Comune di Lema, il foyer riservato ai richiedenti l’asilo minorenni e non accompagnati. Lo scopo dichiarato è quello di seguirli in un percorso di crescita, in un luogo che non si vuole isolato nonostante la collocazione geografica, ma parte viva della comunità. Anche per questo l’inaugurazione ufficiale (l’apertura risale a marzo) ha voluto coinvolgere la popolazione, così da presentare ospiti e lavoro del centro.
Attualmente gli ospiti sono 23, soprattutto afghani, turchi e somali, ma la capacità sarà ampliata prossimamente con la ristrutturazione dell’ala più vecchia dell’edificio e si potrà raggiungere un massimo di 40 posti. I ragazzi hanno dai 15 ai 19 anni, scappati da soli da Paesi profondamente segnati. “Sono afghano e ne ho 18”, ha raccontato uno di loro ai microfoni di SEIDISERA della RSI. Dopo 11 mesi in Ticino, i primi dei quali trascorsi a Biasca, è in grado di esprimersi in italiano. Il suo sogno? “Fare l’elettricista”. “Mi sento bene qui perché è un bel posto”, afferma, assicurando di non percepire come un problema la lontananza dalla città. Nel tempo libero studia la lingua e gioca a cricket, con la pallacanestro il suo sport preferito. E la convivenza, dice, va bene.
Emanuele Crestani, responsabile dei foyer della Croce Rossa, sezione del Sottoceneri, conferma come questo sia “un punto cardine legato a un’integrazione vera, un processo dettato dalla volontà dei ragazzi di inserirsi in un contesto culturale diverso dal Paese di origine”. La convivenza “fra giovani di Paesi diversi è una sfida e un’opportunità che il più delle volte funziona senza problemi”, ha spiegato Crestani.
Popolazione invitata a superare i timori
Ci sono poi da coltivare le relazioni con la popolazione locale. Negli scorsi mesi alcune persone hanno espresso malcontento sull’arrivo dei giovani richiedenti asilo. “I timori vanno superati, perché se la presenza sarà pacifica e se qui si farà un buon lavoro, come penso che si stia facendo, sarà un luogo di cui saremo orgogliosi”, dice il sindaco di Lema Andrea Pozzi. “È il ruolo di tutti quello di cercare di integrarli”.
“Tutti i ragazzi fanno uno sport e sono scolarizzati”, spiega Debora Banchini Fersini, direttrice della sezione del Sottoceneri della Croce Rossa Svizzera. “L’obiettivo è quello di fare in modo che arrivino a 18 anni con un progetto di vita solido, quindi un apprendistato o una formazione. Ma sappiamo bene che non è solo la scuola a essere il punto di integrazione. È importante avere delle amicizie sul territorio, avere degli sport, degli hobby, per crescere in modo sano”.
La distanza dal centro “non è un problema”
Il fatto che Bombinasco non sia vicino al centro di Lugano, per la direttrice non è un problema: “Come diciamo sempre anche ai nostri ragazzi, non tutti nascono e vivono in piazza Riforma e quindi è anche importante sapersi muovere sul territorio”. Inoltre, “come fanno anche le famiglie, laddove non arrivano i mezzi pubblici, o negli orari dove non ci sono le corse, li accompagniamo”.
A scegliere l’ubicazione dei centri non è comunque la Croce Rossa, bensì il Cantone. “Questa casa era disponibile e già pronta per accogliere parecchie persone”, spiega Gabriele Fattorini, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie del Canton Ticino. “Poi è una zona servita molto bene dai trasporti pubblici e Agno e il nucleo urbano di Lugano sono facilmente raggiungibili”.
La situazione in Svizzera e in Ticino
Il settore dell’accoglienza dei richiedenti l’asilo in Ticino è in movimento. Fra una settimana aprirà le porte infatti il centro polivalente di Camorino, con 175 posti ma dove dovrebbero alloggiare in 150 circa.
In un contesto europeo in cui le domande sono in calo di circa un quarto rispetto al 2024, la Svizzera fa piuttosto eccezione, perché la flessione a livello continentale è dovuta essenzialmente al cambio al potere in Siria. I siriani non sono una componente particolarmente importante fra i richiedenti l’asilo nella Confederazione. Qui prevalgono gli afghani e anche per questo i numeri raccontano una storia diversa.
In Ticino oggi ci sono 2’500 richiedenti l’asilo ordinari, esclusi quindi gli ucraini con statuto S che sono oltre 2’700. Di questi 2’500, 800 alloggiano in 22 centri collettivi gestiti dalla Croce Rossa. Di questi centri, cinque - Cadro che ha sostituito Paradiso, Castione, Riazzino, Claro e appunto Bombinasco - sono per minorenni non accompagnati, una categoria che raggruppa 220 persone.
“Una nuova normalità”
Poi c’è chi vive in appartamento o nelle pensioni, una soluzione - quest’ultima - un po’ meno utilizzata negli ultimi mesi. “Siamo di fronte a quella che può essere definita una nuova normalità”, ha detto al Radiogiornale Renzo Zanini, capo del competente ufficio cantonale. “I numeri sono molto alti, più del doppio di quelli a cui eravamo abituati negli anni precedenti. Non siamo però più confrontati a una scarsità di posti letto, in questa fase bisogna concentrarsi su qualità e soprattutto sul contenimento dei costi”.
La struttura di Camorino citata in precedenza, in questo quadro, “rappresenterà un importante tassello della strategia cantonale. Sarà una struttura ordinaria, su cui quindi potremo contare a medio e lungo termine, che andrà a completare l’offerta nella prima fase di integrazione.
In passato Camorino aveva fatto molto discutere; in quello che allora era un bunker vivevano i NEM, persone che devono lasciare la Svizzera ma che per varie ragioni non possono essere rimpatriate e che quindi non possono seguire un percorso di integrazione. Il Consiglio di stato ha deciso che questa categoria di migranti non alloggerà nel nuovo centro, come spiega Zanini, “considerato che l’obiettivo è di mettere l’enfasi sull’integrazione”. Sono 160 circa le persone in Ticino che hanno un termine di partenza. Vivono in centri collettivi, la maggior parte, o in appartamento.

Bombinasco accoglie i giovani migranti
Il Quotidiano 20.09.2025, 19:00