Ticino e Grigioni

Bufera sul Tribunale penale

L'accusa: a Bellinzona sono emersi problemi gestionali, comportamenti inappropriati e presunte discriminazioni... a spese dei ticinesi

  • 05.02.2020, 21:00
  • 22.11.2024, 20:00
La situazione preoccupa anche il mondo politico

La situazione preoccupa anche il mondo politico

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Di: Quot 

Toccherà all'indagine del Tribunale federale fare chiarezza su quanto sta accadendo al Tribunale penale federale di Bellinzona. Nel corso degli anni sarebbero emerse disfunzioni e problemi di vario genere. Una situazione che preoccupa anche il mondo politico.

È il 25 ottobre del 2013. A Bellinzona viene inaugurato il Tribunale penale federale. Le bandiere dei Cantoni sventolano sugli ospiti. Il momento è solenne, si canta alla vittoria del federalismo. Ma il sogno inizia presto a sgretolarsi. Emblematico il caso esploso nel 2018, quando la Commissione amministrativa del tribunale censura il comportamento di un giudice della Corte penale. Nei confronti di due sue cancelliere si è permesso di esprimere commenti o insinuazioni sulla loro vita sentimentale. Una terza sarebbe stata invitata, davanti ai colleghi, a dimettersi. Le scuse del magistrato non bastano.

Dal 1° gennaio 2019 la Commissione sposta le tre donne alla Corte d’appello. Ed è qui che nasce il secondo problema. Pochi giorni dopo, la stessa Commissione le riassegna (anche se non formalmente) alla Corte penale. La loro tutela e l'indipendenza dei due organi giudiziari vengono a cadere. La questione approda a Berna, e in primavera la commissione della Gestione del Parlamento esorta il Tribunale a tornare sui suoi passi. La direzione, però, ignora le disposizioni, come ignora, sempre dalla capitale, la richiesta di presentare, per le nomine dei vertici, candidati alternativi ai due UDC zurighesi. La situazione si risolve soltanto nei mesi successivi, con le dimissioni delle tre cancelliere.

"Si risolve" per modo di dire, perché l’assunzione di una sostituta si rivela altrettanto critica. L’allora presidente della Corte d’appello sceglie una candidata italofona, e chiede di aumentare la percentuale di lavoro di una seconda impiegata, pure ticinese. Entrambe le domande finiscono per essere accolte, sì, ma su sua insistenza, e dopo varie lungaggini. Il quadro che ne esce, insomma, è preoccupante.

La politica si interroga. A fare chiarezza provvederà l’indagine del Tribunale federale – premette Marina Carobbio. La sede, comunque vada, deve rimanere a Bellinzona: "Penso che questo non può essere messo in discussione", ha commentato la consigliera agli Stati.

Ad attivare il Tribunale federale (che degli atteggiamenti del giudice sapeva però già dal 2018) è stato un lungo articolo apparso in dicembre sull’"Aargauerzeitung". Il testo denuncia diverse disfunzioni; compresi gli eccessi di spesa. Ai magistrati, ad esempio, viene addirittura rimborsata la gita annuale con il loro partito di riferimento. Ci sarebbe piaciuto poterne discutere con gli interessati. Ma da Bellinzona è giunto un “no comment”. Le verifiche sono in corso, non possiamo parlarne.

Problemi gestionali, comportamenti inappropriati, presunte discriminazioni a spese dei ticinesi. Gli argomenti sul tavolo sono parecchi. Si vedrà. Certo è che, a prescindere dall’esito dell’indagine, qui tira un’aria decisamente pesante. Per non parlare dell’imbarazzo. Nessuno, in quel giorno di ottobre del 2013, avrebbe mai immaginato che nell’occhio del ciclone sarebbe finito proprio il Tribunale penale federale, uno degli organi giudiziari più importanti del Paese.

03:45

I problemi al Tribunale penale federale

Il Quotidiano 05.02.2020, 20:00

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