Ticino e Grigioni

Dal Ticino aiuti e speranza per i bimbi africani

L’associazione Rehoboth Outreach è attiva nel Burkina Faso e in Costa d’Avorio - La volontaria Monica Leone: “Un sostegno per chi non ha la nostra fortuna”

  • Un'ora fa
  • Un'ora fa
L'associazione Rehoboth Outreach, dal Burkina Faso alla Costa d’Avorio, porta scuola, cibo e speranza a centinaia di bambini

L'associazione Rehoboth Outreach, dal Burkina Faso alla Costa d’Avorio, porta scuola, cibo e speranza a centinaia di bambini

  • FB
Di: Casa Svizzera/joe.p. 

L’associazione di volontari Rehoboth Outreach, dal Burkina Faso alla Costa d’Avorio, porta scuola, cibo e speranza a centinaia di bambine e bambini. “Siamo un’associazione non profit - spiega Monica Leone alla trasmissione Casa Svizzera su Rete Uno - che ha lo scopo di aiutare le persone più svantaggiate, quelle che non hanno la fortuna che abbiamo noi. Andiamo a sostenerli. A dargli possibilità che senza il nostro aiuto non avrebbero”.

Rehoboth Outreach in breve

Rehoboth Outreach è un’associazione non profit che si impegna a sostenere progetti umanitari, aiutando persone disagiate in situazioni difficili nello sviluppo fisico, sociale e spirituale.

“Gli allievi che frequentano questa scuola sono 230”, spiega a Casa Svizzera Daniele Ventura, collegato direttamente dalla Costa d’Avorio. “Il Paese è bellissimo - aggiunge - ma c’è molta povertà. E da un paio d’anni siamo in contatto con un’organizzazione locale per aiutarli e per aprire nuovi progetti”.

Daniele Ventura in Costa d'Avorio con il gruppo di allievi aoiutati da Rehoboth Outreach

Daniele Ventura in Costa d'Avorio con il gruppo di allievi aoiutati da Rehoboth Outreach

  • FB

Qual è l’età di questi bambini? “Qui vanno dai tre anni fino ad arrivare ai 14 anni - prosegue Daniele Ventura - quindi si parte già con la scuola materna fino ad arrivare alla quarta media, per poi poterli mandare al liceo. Ma quello che mi stupisce sempre qui è la loro gioia, la loro voglia di vivere, la voglia di giocare e la speranza che ci trasmettono. Ogni volta che torniamo in Africa ci rendiamo conto che siamo noi quelli che ricevono qualcosa da loro”.

“L’anno scorso in giugno i bambini erano 130, adesso sono 100 in più - aggiunge Ventura - e questo è successo perché il livello di istruzione in questa sede è talmente alto che i genitori decidono di mandarli proprio qua. E quindi ora c’è la necessità di poter costruire almeno altre sei classi”.

La scuola dell'infanzia realizzata in Burkina Faso

La scuola dell'infanzia realizzata in Burkina Faso

  • FB

Come nasce Rehoboth Outreach?

“Tutto è partito nel 2011 quando, durante un viaggio missionario, abbiamo visto queste realtà”, racconta Monica Leone. “Abbiamo visto le necessità che hanno e abbiamo iniziato a portare medicamenti, cibo e vestiti agli orfanotrofi, alle scuole e agli ospedali. In questa maniera abbiamo potuto stabilire legami forti con queste realtà e con le istituzioni locali.  in seguito abbiamo osato lanciare il nostro primo grande progetto: la scuola materna che abbiamo costruito in Burkina Faso”.

In Burkina Faso 800’000 bambini lavorano giorno dopo giorno nelle miniere d’oro e nelle cave di carbone. Sono bimbi che non possono vivere e gioire della loro infanzia. Come si possono chiudere gli occhi di fronte ad una realtà del genere?

Monica Leone, Rehoboth Outreach

Perché il Burkina Faso?

“Si tratta - prosegue Monica Leone - di uno dei Paesi più poveri al mondo, dove la mortalità infantile è ancora un problema reale: più di otto bambini su cento muoiono prima di compiere i 5 anni. È una realtà nella quale il 25% della popolazione soffre cronicamente di fame. Un posto dove l’acqua non arriva in casa come da noi in Svizzera, ma bisogna andarla a cercare lontano da casa. E sono le donne quelle che devono camminare per andarla a prendere. Qui la possibilità di avere un’istruzione non è dovuta. In Burkina Faso inoltre la mutilazione genitale delle bambine è ancora una realtà, l’abbandono è una realtà e il lavoro minorile è anche una realtà: 800’000 bambini lavorano giorno dopo giorno nelle miniere d’oro e nelle cave di carbone. Sono bimbi che non possono vivere e gioire della loro infanzia. Ecco, come si possono chiudere gli occhi, di fronte ad una realtà del genere?”

39:40
immagine

Aspettando l’UNESCO: jodel, Africa e produttori in diretta

Casa Svizzera 10.12.2025, 09:10

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare